Come la massa è la sorgente del campo gravitazionale,
così la carica elettrica è la sorgente del campo elettromagnetico.
Come una
massa modifica la struttura dello spazio-tempo, generando un campo
gravitazionale, così una qualsiasi carica elettrica ferma o in moto nel
sistema di riferimento dell'osservatore, modifica la struttura dello
spazio-tempo, generando un campo elettromagnetico, costituito dall'intima
unione,stabilita dalle equazioni di Maxwell,di un campo elettrico e di un
campo magnetico.
Consideriamo alcuni casi particolari:
1) Campo
elettrico stazionario (campo elettrostatico)
Se uno o più corpi carichi
di elettricità sono in quiete rispetto al sistema di riferimento,
l'osservatore,misurando con uno speciale dinamometro le forze elettriche che
agiscono su piccoli corpi carichi (cariche di prova),rileva un campo
elettrostatico,cioè un campo elettrico stazionario,caratterizzato da
intensità e verso indipendenti dal tempo.
2) Campo magnetico
stazionario (campo magnetostatico)
Se uno o più corpi carichi di
elettricità si muovono in linea retta con velocità costante, l'osservatore,
servendosi di un piccolo ago magnetico o di un magnetometro, rileva un campo
magnetostatico (campo magnetico stazionario,caratterizzato da intensità e
verso indipendenti dal tempo).
3) Campo elettromagnetico non stazionario
(campo elettrico non stazionario + campo magnetico non stazionario)
Se infine uno o più corpi carichi di elettricità si muovono di moto accelerato
nel sistema di riferimento dell'osservatore,questi, adoperando un misuratore
di campo,può rilevare l'intensità del campo elettromagnetico generato dal
moto accelerato dei corpi carichi.
Il campo elettromagnetico è costituito da
un campo elettrico e da un campo magnetico, entrambi variabili nel tempo e
perpendicolari tra loro, che si propagano nello spazio con la velocità della
luce trasportando energia elettromagnetica.
Pertanto, considerare un campo
elettromagnetico come campo esclusivamente elettrico
(elettrostatico),esclusivamente magnetico (magnetostatico) o elettromagnetico
non stazionario, dipende unicamente dal moto dei corpi carichi rispetto al
sistema di riferimento dell'osservatore.
I esperimento concettuale
Se due auto potessero muoversi su un rettilineo,mantenendo costantemente,
istante per istante, la stessa velocità e la stessa
accelerazione,ciascun guidatore, dopo aver caricato di elettricità statica
la carrozzeria ed avere posto all'esterno dell'auto la sonda del proprio
strumento di misura, rileverebbe il campo esclusivamente elettrostatico
generato dall'altra auto, poichè in tali condizioni di moto, risulterebbero
nulle l'accelerazione e la velocità relative di un'auto rispetto all'altra.
Ciascun guidatore rileverebbe infatti, nel proprio sistema di riferimento,
la carica elettrica in quiete dovuta all'altra auto, con il relativo campo
elettrostatico.
Ovviamente, un osservatore fermo sul ciglio della strada,
rileverebbe un campo elettromagnetico risultante dalla somma vettoriale dei
campi elettromagnetici generati dalle due auto, le quali irradierebbero nello
spazio circostante, a spese della propria energia cinetica, energia e
quantità di moto elettromagnetiche sotto forma di onde in una banda di frequenze
e lunghezze d'onda dipendente dal moto delle cariche.
Le onde
elettromagnetiche sono costituite da onde del campo elettrico e del campo
magnetico oscillanti in piani perpendicolari (piani di polarizzazione),che
passano per le rette (di propagazione) congiungenti la posizione istantanea
della carica in moto con il punto di osservazione.
Larmor dimostrò,partendo dalle equazioni di Maxwell, che la potenza irradiata da una carica
elettrica mobile con accelerazione a, è direttamente proporzionale al quadrato
dell'accelerazione (formula di Larmor).
Un importante esempio applicativo della
formula di Larmor si ottiene considerando l'energia elettromagnetica
irradiata sotto forma di raggi X dall'impatto degli elettroni sullo schermo
di un tubo a raggi catodici (es.: cinescopio di un monitor o di un
televisore).
Gli elettroni, dopo essere stati accelerati da differenze di
potenziale molto elevate, fino a qualche decina di kV,fino ad acquisire velocità
intorno al 40% della velocità della luce, nell'impatto contro lo schermo
fluorescente, vengono energicamente decelerati, emettendo gran parte della
loro energia sotto forma di raggi X,tanto più penetranti quanto maggiore è
la tensione acceleratrice.
I raggi X vengono in gran parte assorbiti dal
materiale che costituisce lo schermo, mentre il resto dell'energia cinetica
acquisita dagli elettroni serve ad eccitare gli atomi della sostanza che
emette luce, generando l'immagine.
L'intensità di un'onda elettromagnetica è
direttamente proporzionale al quadrato dell'intensità del campo elettrico (o al
quadrato dell'intensità del campo magnetico,che a sua volta è proporzionale
a quella del campo elettrico), si misura in W/mq, ed è dovuta alla somma
delle potenze specifiche (per unità di superficie) associate al campo
elettrico ed al campo magnetico.
Nel caso delle onde elettromagnetiche
piane, alle quali sono assimilabili le onde elettromagnetiche a simmetria
sferica,a grande distanza dalla sorgente), l'intensità si può determinare con
un misuratore di campo elettromagnetico, o misurando con un wattmetro per
radiofrequenza la potenza elettromagnetica assorbita da uno schermo di area
nota posto perpendicolarmente alla direzione di propagazione.
L'intensità di
un'onda elettromagnetica corrisponde al moduloS del vettore di Poynting
(S =k
EH), che è direttamente proporzionale alle intensità dei campi E e H , è sempre
perpendicolare al piano determinato dai campi elettrico e magnetico e
fornisce la direzione ed il verso di propagazione delle onde
elettromagnetiche.
II esperimento concettuale
Supponiamo invece che un'auto, carica di elettricità statica, proceda su un rettilineo con
velocità costante.
In questo caso il guidatore di un'altra auto, ferma sul
ciglio della strada, rileverebbe sia il campo elettrostatico che il campo magnetostatico
generati dall'auto in transito.
Infatti la carica elettrostatica dovuta all'altra auto, muovendosi in linea retta e con
velocità costante, equivale ad una corrente elettrica di intensità costante
, che genera un campo magnetico stazionario (magnetostatico), analogo a
quello prodotto da un filo rettilineo percorso dalla corrente elettrica.
Se,
in particolare, anche l'auto ferma fosse carica di elettricità statica, il
guidatore dell'auto in moto rettilineo uniforme rileverebbe sia il campo elettrostatico che quello
magnetostatico generati dall'auto ferma.
Infatti, nel sistema di riferimento
dell'auto in moto, l'auto ferma si muove con una velocità uguale e contraria
ed equivale, essendo carica di elettricità, ad una corrente elettrica di
intensità costante che genera un campo magnetico stazionario.
Le onde hertziane (radioonde), differiscono dalle onde
luminose soltanto per la lunghezza d'onda (da qualche millimetro a qualche
chilometro per le onde hertziane e da 400 a 750 nm (nanometri)per la luce
visibile) e per la frequenza ( da un centinaio di KHz (chilohertz) a qualche
decina di gigahertz per le radioonde e da 400000 a 750000 (GHz) gigahertz
per le onde della luce visibile). Vengono riflesse da una superficie conduttrice,
come si verifica per un raggio di luce riflesso da uno specchio, seguendo la
stessa legge, in base alla quale l'angolo di incidenza, formato dalla
direzione del raggio luminoso incidente o da quella delle onde hertziane
incidenti con la retta perpendicolare alla superficie riflettente,è sempre
uguale all'angolo di riflessione, formato dalla direzione del raggio
luminoso riflesso o da quella delle onde hertziane riflesse con la predetta
perpendicolare.
L'applicazione più nota della riflessione delle onde
hertziane si ha nel radar, che consente ad un aereo o ad un natante o ad un
missile di rilevare e visualizzare a distanza masse metalliche di qualunque
tipo, costituite da altri natanti o velivoli o da bersagli da colpire.
Speciali radar meteorologici consentono inoltre, mediante la riflessione degli
impulsi di energia elettromagnetica da parte delle nubi temporalesche,di
individuare in anticipo le perturbazioni in arrivo.
Per la riflessione delle
onde elettromagnetiche non è necessario che la superficie riflettente abbia
una conducibilità elettrica elevata: basta considerare che è possibile
visualizzare altrettanto bene ostacoli corrispondenti a rilievi e che
mediante echi radar è possibile misurare con sufficiente precisione la
distanza tra la Luna e la Terra e tra questa ed i pianeti più vicini.
La
riflessione delle onde hertziane da parte degli strati ionizzati (di
Heaviside) dell'alta atmosfera terrestre (ionosfera), rende possibile la
propagazione a grandi distanze di alcune bande di radioonde (onde lunghe,
medie e corte), sia pure con attenuazione variabile nell'arco della
giornata, per effetto della variabilità della concentrazione degli atomi
ionizzati in funzione dell'intensità della radiazione solare.
Le onde
hertziane, come le onde luminose che attraversano mezzi ottici con
differenti indici di rifrazione, subiscono il fenomeno della rifrazione,che
consiste nella variazione della direzione di propagazione nel passaggio
attraverso strati atmosferici con temperature diverse, caratterizzati da indici
di rifrazione diversi.
Se si tiene presente che l'indice di rifrazione di un
mezzo dielettrico non opaco, che consenta cioè la propagazione delle onde
elettromagnetiche (sia hertziane che luminose)con modesto assorbimento, è
definito dal rapporto n = c/v tra la velocità
della luce nel vuoto (300000 km/s) e la velocità v della luce nel mezzo, si
comprende che se un mezzo è più rifrangente di un altro,è caratterizzato da una
minore velocità di propagazione, che implica una variazione nella direzione di
propagazione,in base alla legge della rifrazione (di Snell), che afferma che la
direzione di propagazione di un'onda elettromagnetica, nel passaggio da un
mezzo ad un altro, varia in modo tale che si mantenga costante il rapporto
(sen a1/sen
a2) = v1/v2 = n2/n1
tra il seno dell'angolo a1 di incidenza, formato cioè dall'onda incidente
con la perpendicolare alla superficie di separazione tra i due mezzi,ed il
seno dell'angolo a2 di
rifrazione, formato dall'onda rifratta con la predetta perpendicolare.
Se
aumenta l'inclinazione a1 dell'onda incidente, aumenta anche l'angolo a2,in modo tale che il rapporto
dei loro seni sia sempre pari al rapporto diretto delle velocità di propagazione
v1 e v2, che è uguale al rapporto inverso degli
indici di rifrazione.
Le leggi della riflessione e della rifrazione si
spiegano con il principio enunciato per la propagazione luminosa dal matematico
francese Fermat, il quale affermò che un raggio luminoso percorre sempre il
cammino corrispondente al minimo tempo di percorrenza .
La soluzione di questo
problema di ricerca del tempo minimo è compatibile con i risultati
sperimentali e con un principio di economia insito nelle leggi della natura,
che ,tra tutte le soluzioni possibili, favoriscono sempre quelle che
minimizzano la durata e l'energia con cui si svolgono i fenomeni fisici
(principio della minima azione).
Il campo elettrico ed il campo magnetico di un
raggio di luce emesso da una sorgente luminosa ordinaria, cioè non
polarizzata,vibrano in tutti i possibili piani passanti per il raggio.
Si ha
cioè una distribuzione casuale di tutti i possibili orientamenti delle
coppie di campi elettrici e magnetici ortogonali tra loro.
E' tuttavia possibile
ottenere da una sorgente luminosa ordinaria luce polarizzata,facendo
propagare la luce non polarizzata attraverso particolari cristalli naturali
(quarzo, calcite, tormalina) o materiali sintetici (polaroidi) in modo tale che
vengano trasmesse soltanto le oscillazioni del campo elettrico e del campo
magnetico parallele al piano di polarizzazione caratteristico del cristallo, in
quanto il cristallo è un materiale che non presenta le stesse proprietà
ottiche in tutte le direzioni (materiale anisotropo).
In pratica un
cristallo polarizzatore, selezionando un determinato piano di vibrazione del
campo elettrico,fornisce onde luminose caratterizzate tutte dalla stessa
direzione di vibrazione del campo elettrico e quindi, anche del campo
magnetico, che è sempre perpendicolare a quello elettrico.
Nel caso delle
onde herztiane il piano di polarizzazione coincide con il piano, verticale o
orizzontale, passante per il conduttore irradiante che costituisce l'antenna
trasmittente.
Esempio: Le antenne televisive, siano esse trasmittenti o
riceventi, sono costituite da tante barrette parallele tra loro, giacenti in
un piano verticale o orizzontale,che costituisce il piano di polarizzazione.
Ovviamente, affinchè l'energia elettromagnetica venga captata dall'antenna
ricevente con il massimo rendimento,è necessario che il relativo piano di
polarizzazione sia parallelo a quello dell'antenna trasmittente, altrimenti
si utilizzerebbe soltanto la componente del campo elettrico dell'onda
captata lungo il piano di polarizzazione dell'antenna ricevente,con
un'intensità decrescente fino a zero al crescere, da 0 a 90°, dell'angolo
tra i piani delle due antenne.
Due antenne radio
alimentate dallo stesso trasmettitore e distanziate tra loro si comportano
come due sorgenti coerenti di onde elettromagnetiche,che irradiano cioè onde
elettromagnetiche che presentano un ritardo costante (differenza di fase
costante) le une rispetto alle altre.
Per effetto di questo ritardo, una
stazione ricevente molto distante dalle antenne, riceve la somma vettoriale
dei due campi elettromagnetici, che corrisponde ad un campo elettromagnetico
risultante la cui intensità varia periodicamente al variare della posizione della stazione ricevente rispetto alle antenne trasmittenti.
Si verifica in questo caso un fenomeno di interferenza tra le onde elettromagnetiche irradiate dalle due antenne.
L'interferenza produce valori massimi del campo elettrico
(interferenza costruttiva),pari al doppio del campo dovuto ad una sola
antenna in tutti i punti tali che la differenza delle loro distanze rispetto
alle due antenne sia pari ad un numero intero di lunghezze
d'onda,intendendosi per lunghezza d'onda (periodo spaziale) lo spazio l = c T = c/f percorso
dall'onda durante il periodo T (inverso della
frequenza f) di oscillazione del campo elettrico.
Se invece si considerano
tutti i punti tali che la differenza delle loro distanze dalle antenne sia
pari ad un numero dispari di semilunghezze d'onda, si ha interferenza
distruttiva ed ivi il campo elettromagnetico risultante si annulla.
L'interferenza produce pertanto una distribuzione di energia elettromagnetica
che varia periodicamente in funzione della distanza.
Questi fenomeni di affievolimento ed
intensificazione del campo si verificano in particolare nella ricezione a
grande distanza delle onde corte (onde con lunghezza compresa tra 10 e 100
metri) riflesse dagli strati ionosferici.
In tal caso i punti della
ionosfera nei quali avviene la riflessione delle onde, si comportano come tante
sorgenti coerenti i cui contributi interfreriscono distruttivamente o
costruttivamente al variare della distanza della stazione ricevente
(fenomeni di fading).
L'interferenza delle onde luminose si ottiene con
dispositivi ottici particolari,in quanto le sorgenti luminose ordinarie
generano tante onde luminose elementari incoerenti tra loro,che sono emesse
senza coordinamento temporale dai singoli atomi.
Per esempio, si possono
ottenere fenomeni di inteferenza su una superficie piana con luce
monocromatica riflessa da due specchi opportunamente inclinati tra loro.
Si
osserva in tal caso un sistema di massimi e minimi di intensità luminosa
(frange di interferenza).
Oggi il metodo più usato per ottenere facilmente
l'interferenza delle onde luminose utilizza la luce dei LASER (Light
Amplification by Stimulated Emission of Radiation), dispositivi funzionanti
in base ai principi dell' elettronica quantistica, che emettono onde
luminose coerenti sia spazialmente che temporalmente, cioè con differenza di
fase costante tra loro.
Quando un'onda elettromagnetica viene diffusa da un ostacolo o si propaga attraverso
un'apertura di dimensioni comparabili con la sua lunghezza d'onda,subisce il
fenomeno della diffrazione, che si spiega con il principio di
Huygens-Fresnel, in base al quale tutti i punti dell'apertura o
dell'ostacolo che si trova sulla linea di propagazione dell'onda, diventtano a
loro volta sorgenti di onde sferiche elementari, che diffondono l'energia
dell'onda elettromagnetica in tutte le le direzioni comprese nella semisfera
avente nel suo centro l'ostacolo o la fenditura.
Le onde sferiche elementari
interferiscono tra loro dando origine ad una distribuzione di energia
elettromagnetica che presenta periodicamente dei massimi e dei minimi al
variare dell'angolo formato dalla direzione iniziale di propagazione con la
generica direzione che si considera (con un angolo compreso tra 0° e
+/- 90°).
Nel caso della diffrazione di un raggio luminoso
monocromatico attraverso una piccolissima apertura, circolare o
rettangolare, di dimensioni comparabili con la lunghezza d'onda e praticata
in uno schermo opaco, si può osservare su uno schermo scuro un sistema di
frange di diffrazione, rispettivamente circolari o rettangolari, che
corrispondono a massimi e minimi dell'intensità luminosa.
Dalla misura della
distanza tra la frangia centrale ed una delle frange successive si può
ricavare, in base alla distanza tra l'immagine di diffrazione ed il piano
della fenditura, la lunghezza d'onda della radiazione luminosa.
Se si opera
invece con luce bianca, si osservano sistemi di frange iridescenti dovute ai
diversi massimi di luce prodotti dalle radiazioni di diversa lunghezza
d'onda.
I fenomeni di diffrazione che si ottengono inviando su
un cristallo o un sottile fascio di raggi X, che sono onde elettromagnetiche
con lunghezza d'onda compresa tra alcuni centesimi e qualche decimo di
nanometro, si ottengono su una lastra fotografica frange di diffrazione che
consentono di ricavare informazioni sulla struttura dei cristalli e delle
molecole (diffrattometria a raggi X).
Infatti i raggi X che vengono diffusi in
tutte le direzioni dai singoli atomi di un cristallo o di una molecola,
interferiscono costruttivamente soltanto in determinate posizioni angolari
rispetto al fascio incidente,consentendo di ricostruire la simmetria che
caratterizza la disposizione degli atomi.
Nel 1842 il fisico austriaco
Johann Christian Doppler evidenziò un fenomeno caratteristico delle onde
acustiche, successivamente esteso alle onde elettromagnetiche.
L'effetto
Doppler consiste nel fatto che la frequenza apparente del suono percepito da
una persona che si trovi in moto relativo rispetto ad una sorgente
sonora,dipende dalla velocità relativa tra sorgente ed osservatore.
Infatti,
quando siamo investiti dalle onde acustiche emesse dalla sirena di un' auto
in transito, percepiamo un aumento di frequenza durante la fase di
avvicinamento ed una diminuzione di frequenza durante la fase di
allontanamento.
La frequenza massima viene percepita quando l'auto transita
davanti a noi.
Un' analoga variazione della frequenza del suono percepito si
verifica se la sorgete sonora è ferma e l'osservatore è in movimento.
Ovviamente
la frequenza del suono emesso dalla sorgente sonora è sempre la stessa.
Varia soltanto la lunghezza delle onde acustiche che ci arrivano dalla
sorgente in moto o quella delle onde acustiche che ci investono quando ci
avviciniamo alla sorgente ferma o quando ci allontaniamo da essa.
Gli
incrementi ed i decrementi della lunghezza d'onda determinati dal moto
relativo tra sorgente ed osservatore,corrispondono rispettivamente a decrementi
ed incrementi della frequenza apparente, cioè quella percepita dall'osservatore.
Nel caso delle onde elettromagnetiche,che, a differenza delle onde
acustiche, si propagano anche nello spazio vuoto, la formula dell'effetto
Doppler diventa molto semplice .
Se con F' si
indica la frequenza delle radioonde o delle onde luminose percepite
dall'osservatore in moto relativo rispetto alla sorgente con velocità V e con F la frequenza
effettiva dell'onda emessa dalla sorgente, si ha:
F' = F (1 + v/c) ,se l'osservatore e la sorgente si
avvicinano (aumento di frequenza);
F' = F (1 -
v/c), se l'osservatore e la sorgente si allontanano.
I
corrispondenti valori della lunghezza d'onda apparente l' ,per velocità relative
piccole rispetto alla velocità della luce (v/c
<<<<1) sono dati dalle formule: F'=
c/l' ; F=c/l ;
c/l'= ( c/l ) ( 1 + v/c) ; 1/l'= (1/l) ( 1 + v/c);
l=l'(1 + v/c); l' = l/(1+v/c) ~= l (1-v/c ),se l'osservatore e la sorgente
si avvicinano;
l'=l/(1-v/c) ~= l ( 1+v/c ) , se l'osservatore e la sorgente si
allontanano.
L'effetto Doppler trova un'importante applicazione in
cosmologia per la determinazione della velocità di allontanamento delle
altre galassie rispetto alla nostra, attraverso la misura del cosiddetto
"Doppler red shift", cioè dello spostamento verso il rosso
(aumento della lunghezza d'onda) delle righe spettrali emesse dall' idrogeno
delle galassie lontane.
Infatti, conoscendo attraverso l'analisi
spettroscopica la lunghezza d'onda effettiva l' di una determinata riga spettrale
dell'idrogeno, dalla misura della lunghezza d'onda apparente l della stessa riga spettrale emessa dall'idrogeno
galattico, si calcola la velocità di allontanamento
V.