THE ANSWERS TO YOUR QUESTIONS

LE RISPOSTE ALLE VOSTRE DOMANDE

11

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21


Vi consigliamo di visitare questi siti/We recommend to you to visit these websites:
http://www.culturacattolica.it/



Webmaster & Author: Antonino Cucinotta
Graduate in Physics
Electronics and Telecommunications Teacher
at the Industrial Technical High School "Verona Trento"
of Messina (Sicily), Italy
Copyright 2002 - All rights reserved

Webmaster ed Autore: Prof. Antonino Cucinotta
Dottore in Fisica
Docente di Elettronica e Telecomunicazioni
presso l'Istituto Tecnico Industriale"Verona Trento" di Messina
Copyright 2002 - Tutti i diritti riservati


ATTENZIONE

DISCLAIMER

DECLINAZIONE DI RESPONSABILITA' PER LE RISPOSTE FORNITE GRATUITAMENTE AI VISITATORI DI QUESTO SITO



L'autore di questo sito fa presente che le risposte gratuite pubblicate nella sezione "Le risposte alle vostre domande" vengono fornite a titolo esclusivamente culturale e di divulgazione scientifica.
Declina pertanto qualsiasi responsabilità per danni di qualsiasi tipo, in particolare danni economici o di immagine, che gli utenti possano subire in conseguenza dell'utilizzazione dei contenuti delle predette risposte a scopo di consulenza professionale o di produzione industriale, o per qualsiasi altro scopo diverso da quelli sopraindicati.

ATTENTION

DISCLAIMER FOR THE FREE ANSWERS TO THE QUESTIONS ASKED BY THE VISITORS OF THIS WEBSITE

The Author of this website disclaims any responsibility for the contents of the free answers published in the section "The answers to Your questions", pointing out that the answers are furnished with the only purposes of education and scientific popularization.
Therefore the Author disclaims any responsibility for damages of any kind, in particular economic or image losses, that visitors might suffer as a consequence of using the contents of the aforesaid answers for purposes of professional advice or of industrial manufacturing, or for any purposes different from the above-mentioned ones.



EXPLICATION NOTE CONCERNING FORMULAE
NOTA ESPLICATIVA RIGUARDANTE LE FORMULE


FOR THE WEBMASTER IT IS MUCH EASIER TO WRITE FORMULAE ALONG THE SAME LINE, USING SLASHES IN PLACE OF FRACTION LINES FOR EXPRESSING RATIOS BETWEEN SYMBOLS OF PHYSICAL QUANTITIES,ACCORDING TO THE FOLLOWING EXAMPLES:
AB/(CD) IS THE RATIO BETWEEN THE PRODUCT OF A BY B AND THE PRODUCT OF C BY D;
df(x)/dx IS THE DERIVATIVE OF THE FUNCTION f(x);
M = R2P/(Gm) =

R2P
= ---------
(Gm).

PER L'AUTORE DEL SITO E' MOLTO PIU' FACILE SCRIVERE LE FORMULE IN LINEA USANDO IL SIMBOLO / AL POSTO DELLA LINEA ORIZZONTALE PER ESPRIMERE RAPPORTI TRA SIMBOLI DI GRANDEZZE FISICHE.
ESEMPI:
AB/(CD) INDICA IL RAPPORTO TRA I PRODOTTI AB E CD;
df(x)/dx INDICA LA DERIVATA DELLA FUNZIONE f(x);
M = R2P/(Gm) =

R2P
= ---------
(Gm).






INDICE DOMANDE

11


DOMANDE :Caro Professore,
sono Antonio C. il suo vecchio alunno della 5 A Informatica di qualche anno fa.Spero di trovarla in buona salute ed esordisco dicendo che grazie ai suoi chiarimenti riguardo Fisica dei dispositivi elettronici ho supeato l'esame lo scritto con 30. Adesso le volevo esporre un mio dubbio riguardante le onde longitudinali.Premetto che ci sono state date tre definizioni distinte di equazioni caratteristiche per le onde longitudinali,trasversali e superficiali. Poiché negli appunti a me pervenuti manca una pagina e non ci è stato consigliato alcun testo,volevo chiederle qual è l'equazione caratteristica delle onde longitudinali e la relativa velocità di propagazione e inoltre qual è la definizione di onda superficiale.
In attesa di una sua risposta le invio i miei più cordiali saluti.

DOMANDE:Egregio professore,
vorrei spiegazione su due domande di pura curiosità.
1)C'è qualche motivo particolare per cui in alcune formule ( tipo quella dell'assorbimento o del decadimento radioattivo)è presente la "e" dei logaritmi naturali? Perché proprio quel logaritmo con quella la base ,che a me sembra così scomoda?
2)Si può considerare l'effetto Compton il "padre" di altri effetti ( che secondo me discendono dallo stesso principio) come l'effetto Raman, la fluorescenza, ecc., cioè che riguardano variazioni di energia in seguito a interazioni onde-materia?
Grazie .Francesco


DOMANDE (da Potenza): Egregio professore,
complimenti per il sito molto interessante ed utile per noi studenti! La ringrazio per la pazienza e l’infinita disponibilità nel rispondere a tutti i quesiti. Il suo lavoro è molto importante!
Vorrei porle i seguenti quesiti:
1) Perché l’universo viene definito come “finito ma senza confini”? So che vi è un nesso con la teoria della relatività di Einstein. Le sarei molto grata se mi desse delle dritte per capire anche attraverso formule matematiche e illustrazioni.
2) Il mio professore di geografia astronomica ci ha posto il seguente quesito circa le coordinate geografiche nello specifico la quota: “sapendo che l’altitudine o quota è la distanza verticale di un punto (già determinato attraverso latitudine e longitudine) dal livello medio del mare, dimostrare perché proprio dal livello del mare e perché si può parlare sia di quota sul livello del mare sia di quota intesa come profondità del livello del mare”.
3) Mi incuriosisce il disporsi dell’acqua. Pur sapendo che essa assume la forma del recipiente, non riesco a capire perché una singola goccia d’acqua abbia la forma di “goccia” , perché il mare si disponga orizzontalmente e perché l’acqua del pianeta assuma la forma sferica. Le sarei infinitamente grata se mi spiegasse cosa avviene nei tre casi che lo ho citato e se vi sia un nesso che unisca questi tre modi di disporsi dell’acqua. Inoltre, si può dire che vi sia una legge generica riguardo al suo disporsi?
4) Le sarei molto grata se mi spiegasse la legge di Ferrel.
5)Il mio professore di geografia astronomica ci ha lanciato il quesito: “i paralleli sono tanti quanti sono i punti della Terra, perché?” Mi è venuto spontaneo pensare che siano infiniti, ma è giusta questa mia intuizione? Però non riesco a capire il perchè.
6) Le sarei molto grata se mi spiegasse in che modo il Golfo del Messico condiziona il clima di tutto il mondo in relazione alla legge di Ferrel. Grazie mille! Nunzia


DOMANDE : Egregio professore,
La prego di aiutarmi a uscire da un altro dei miei "ingorghi" !
Ho provato a creare il tramonto artificiale col classico esperimento della vaschetta d'acqua illuminata da una pila e versando gocce di latte: effettivamente le gocce diffondono un colore azzurrognolo lateralmente alla luce e guardando invece, direttamente la pila, attraverso l'acqua, vi è un colore rossastro. Ma quello che non riesco a capire è come mai in così poco spessore la luce bianca si sia depauperata così tanto. Anzi in generale ancora non ho capito come è possibile ,se la diffusione è un processo che non porta a variazione di energia, che un raggio a furia di diffondere si depauperi delle frequenze, come se fosse un assorbimento. Insomma io posso avere una variazione di lunghezza d' onda sia con la diffusione, che con l'assorbimento.
Quel che chiedo è "quanto" dev'essere questo spessore per, come dire, far "eguagliare" i due fenomeni. Se non trovo spiegazione a ciò, l' unica cosa che riesco a pensare è che in un mezzo omogeneo e senza altri fattori, la diffusione è identica dovunque ( a parte l'angolo), indipendentemente dallo spessore, e solo in direzione della luce si ha una diminuzione di l.o. , ma per assorbimento vero e proprio, non perché sono rimaste le frequenze non diffuse ( e questo spiegherebbe il quesito dell' esperimento), altrimenti devo ritenere che anche la diffusione porta a perdita di energia, e diventa un "parente" dell'assorbimento.
Se io osservo ad es. una nebulosa lontana , come faccio a capire se quel colore è il derivato di una diffusione o di un assorbimento ?
2)Perché un liquido trasparente in grossi spessori , anche quando è molto omogeneo, perde la trasparenza? Che cosa si "guasta" con lo spessore?
3)Infine com' è possibile che la luce diffusa sia polarizzata ( leggo che una delle differenze per distinguerla da quella derivante da fluoerescenza è proprio questa), se per definizione la luce è diffusa quando viene riflessa in tutte le direzioni? Come fa ad appartenere allo stesso piano?
Grazie infinite. Francesco


DOMANDE : Vorrei sapere cos'è l'ipercubo o cubo a 4 dimensioni


DOMANDE: Egregio professore, complimenti per il sito molto interessante! Le sarei molto grata se mi desse delle semplici ma dettagliate informazioni circa l'energia potenziale elettrica, il potenziale ed in particolare il campo elettrico generato da un piano infinito in modo da poter fare un discorso omogeneo e non discontinuo. Grazie mille!!!! Nunzia


DOMANDE: Indice di conducibilità del diesel in assenza di acqua e la possibilità di misurarne la quantità di acqua presente

DOMANDE(da Foggia):
1)Considerando la terra come una sfera, quali sono i valori del suo raggio equatoriale e della sua circonferenza massima (equatoriale) ?
2) Qual è semiampiezza angolare di un fuso orario ?
3) Quali sono le unità di misura della pressione atmosferica ?


DOMANDE:
(da Palermo): Perchè quando saliamo su una bilancia l'ago inizialmente oscilla,e poi si ferma?
(da Caserta) Salve. Vorrei avere una risposta a questa domanda: come mai quando saliamo su una bilancia l'ago continua ad oscillare e non si ferma subito? C'è qualche rapporto con il principio di Archimede? grazie in anticipo per la risposta.


DOMANDE (da Pontedera): Quali sono e come si trovano le relazioni fra campo magnetico e campo elettrico nel caso in cui il primo sia uniforme e orizzontale? Grazie, Luke.


DOMANDE (da Frattamaggiore):Egregio professore,
perché il sole ionizza solo una parte dell'atmosfera, la ionosfera appunto, e non tutta ? ( Credo che dipenda dalla densità degli strati sottostanti , la quale fa ricombinare subito gli atomi appena ionizzati. E' così?)
E la parte superiore alla ionosfera, che quasi si confonde con lo spazio vuoto, l'esosfera cioè, che è ancor meno densa, non dovrebbe essere ionizzata lo stesso?
Vorrei poi farLe una domanda che non so se rientra nelle sue competenze , riguardante le note musicali. Visto che esse sono delle frequenze esprimibili con dei numeri, non si potevano fare tutte multiple l'una dell' altra, così che quando si cambia scala non si usano i diesis e bemolle per mantenere gli stessi suoni, e semplicare? In fin dei conti la scrittura musicale ce la inventiamo noi, non credo cambiasse qualcosa facendo così.
Grazie. Francesco


DOMANDE: Egregio professore,
vorrei sapere se è giusta una mia osservazione.
La luminescenza se prodotta con irraggiamento dà luogo a fluorescenza o fosforescenza, se prodotta con reazioni chimiche è bioluminescenza, termoluminescenza, ecc.
Ma non si tratta sempre di salti di elettroni da un livello più alto a uno più basso?
Si tratta effettivamente dello stesso fenomeno dovuto a cause diverse, ma con lo stesso meccanismo e lo stesso risultato ( a parte i tempi di durata), o mi sfugge qualcosa?
E tra i fenomeni " cause diverse, ma stesso risultato" possiamo annoverare anche quello descritto qualche domanda fa e cioè il cambio di frequenza dovuto a due cause diverse, quali l'assorbimento o la diffusione?
Grazie . Francesco


DOMANDE :Egregio professore,
vorrei capire perché muovendo un cd-rom o dvd si vedono i colori dell'arcobaleno.
Eppure la luce non subisce rifrazione, non è che passa da un mezzo all'altro.
Che cosa dunque, scompone la luce bianca, che dovrebbe essere semplicemente riflessa da questa superficie specchiante?
Grazie. Francesco


DOMANDE (da Latina):Gent.mo Professore,
che indice di rifrazione deve avere un prisma per separare meglio tra loro le righe spettrali emesse da una sostanza?
Grazie. Roberta.


DOMANDE (da Latina): La ringrazio per avermi risposto al quesito precedente.
Eccone un altro: un laser emette un fascio di luce più intenso rispetto a quello di un laser apparentemente identico. che vuol dire?
Che relazione c'è con i fotoni che sta emettendo?
Grazie, Roberta.


DOMANDE (da Frattamaggiore):Egregio professore,
nonostante mi sia chiaro cos' è un' onda polarizzata, vorrei capire qualcosa in più su di esse.
1) Che s'intende per polarizzazione lineare , o ancora di più ellittica e circolare ? Se un'onda è polarizzata, dovrebbe essere sempre sullo stesso piano, non vedo come farebbe a descrivere,stando su di esso, un' ellisse o un cerchio. E lineare ? Ma quale linea s' intende?
2) Gli occhiali antiriflesso sbarrano le onde polarizzate orizzontalmente provenienti appunto dai riflessi terrestri. Ma perché le onde riflesse dalle superfici sono polarizzate orizzontalmente e non p.es., verticalmente? Cioè, che cosa "decide" su che piano si polarizza un' onda? Se dev' essere verticale , orizzontale o obliquo?
3)Perché la luce laser è polarizzata e non normale come ad es. una luce di fluorescenza? Il fatto che sia stimolata dà un piano di vibrazione obbligato?
Grazie. Francesco


DOMANDE :Ill.mo Prof. Antonino Cucinotta,
RingraziandoLa per avermi già in passato risposto ad un mio quesito, ne approfitto per porgliene un altro.
Due corpi di massa m1=3,00 Kg ed m2=1,00 Kg interagiscono lungo una linea retta ("urto" centrale).Il grafico rappresenta l'evoluzione nel tempo dello spazio percorso da ciascun corpo nel caso di attrito trascurabile.
a) Inizialmente i due corpi si avvicinano o si allontanano? Quanto dura l'interazione?
b)Prima dell'inizio dell'interazione sono entrambe in moto oppure no? Cessata l'interazione, si muovono con la stessa velocità? L'interazione è attrattiva o repulsiva?
c)Quali sono le pendenze dei due grafici (s,t) all'istante t0= 0sec. (ricordiamo che la pendenza di una retta è m=deltaY/deltaX)?
Qual è il suo significato fisico in un grafico (s,t)? Quanto valgono V1 e V2 all'istante t0= 0 sec?
d) Quanto valgono le energie cinetiche Ec1 e Ec2 all'istante t0= 0 sec? E l'energia cinetica totale del sistema dei due corpi? Quanto vale l'energia meccanica totale iniziale del sistema?
e) Dopo l'interazione quanto vale la forza che agisce su ciascuna delle due masse? Con che moto si muovono? E' più veloce m1 o m2?
f) Quanto valgono l'energie cinetiche totali e l'energia meccanica totale dopo l'interazione? La forza d'interazione è conservativa o no?
g) Dopo l'interazione m1 e m2 in quale direzione e verso si muovono?
h)All'istante t = 0,09 sec m1 ed m2 sono alla distanza minima , la loro velocità relativa è = 0 , mentre ciascuno ha una velocità di 0,75 m/sec : quanto vale a quell'istante l'Ec di ciascuna a l'Ec totale del sistema ?
i)Quanto valgono l'Ec totale minima e l'energia potenziale massima U(d) del sistema e a quale istante ?
l)Quanto vale la quantità di moto totale del sistema prima e dopo l'interazione ? Si conserva o no? Quanto vale l'impulso 1-2 impresso da m1 a m2? E quello I 2-1 impresso da m2 a m1 ? Calcolare le forze impulsive medie F 1-2 ed F 2-1
m)Dopo 0,167 sec la distanza fra m1 e m2 è = 0,10 m e dopo 0,247 sec quanto vale ?


DOMANDE (da Messina):Gentile professore,volevo farle due domande.1)Perchè con la catena di uguaglianze 1=sqrt(1)=sqrt((-1)(-1))=sqrt(-1)sqrt(-1)=i*i=i^2=-1 arrivo all'assurdo 1=-1? Dove commetto l'errore? 2)Il limite è un'operazione lineare? Anticipatamente la ringrazio e le faccio i dovuti complimenti per questo encomiabile sito.
Gentile prof,volevo ringraziarla per la risposta che mi ha dato circa la linearità.Dalla definizione che mi ha dato deduco quindi che l'operatore limite è un operatore lineare.Ho fatto questa domanda perchè nella dimostrazione del principio di indeterminazione sui segnali tempocontinui (Beff*Deff>cost) mi trovo dinnanzi all'esigenza di scambiare di posto un'operazione di derivazione con l'operazione di limite.Approfitto dell'occasione per farle questa domanda.E' lecito fare questa operazione (scambio dell'operatore derivata con l'operazione di passaggio al limite)?La ringrazio nuovamente e rinnovo i miei complimenti per il suo splendido lavoro.

DOMANDE (da Frattamaggiore): Gentile professore,
prima della domanda intanto Le faccio i migliori auguri di buon Natale e felice anno 2006 e La ringrazio delle veloci risposte alle mie innumerevoli domande.
Vorrei fare questa volta una domanda un pò "futuristica" : mi par di capire che una massa accelerata, come la Terra ad es., perde energia emettendo onde gravitazionali.
Succederà prima che il pianeta finirà nel Sole perché rallenterà sempre di più, o bruciato quando questo diventerà una stella rossa?
Grazie. Francesco.


DOMANDE (da Frattamaggiore): Egregio professore,
vorrei sapere perché la corrente elettrica che vedo strofinando con la mano un indumento di lana, o in qualche presa o altrove,è di colore, appunto, "blu elettrico".
Perché proprio quel colore,sempre lo stesso poi,qualunque sia il voltaggio o il modo in cui essa è prodotta?
Grazie. Francesco


DOMANDE:Gentile Prof., Innanzitutto voglio complimentarmi per il fantastico sito che Lei ha allestito.
E' veramente una manna per i "vecchietti" come me che riscoprono il fantastico mondo delle leggi della fisica.
I ricordi del Liceo sono talmente sbiaditi che non ricordo piu' le leggi fondamentali (e si' che portai fisica all'esame di stato).
Sono un appassionato di nautica e mi piace giocare con i calcoli matematici ad essa inerenti. Questo e' il mio quesito: quale e' la forza di spinta sviluppata da un'elica di un motore della potenza di 223 kW che si muove all'interno di un fluido avente densita' 1,027 t/mc e fa muovere il mezzo,pesante 3500 kg,alla velocita' di 16 m/s?
E quale sara' il momento di questa forza dato un braccio di applicazione della stessa di 0,554 m ?
La risposta al primo quesito sara' data in N e la seconda in Nm o sbaglio?
Grazie per la Sua attenzione e rimango in attesa.


DOMANDE (da Messina):Gentile professore, sono una studentessa di Fisica con dei dubbi su due esercizi:
1) Una palla di massa 325 g e velocità 6,22 m/s colpisce un muro con un angolo t di 33° e rimbalza con lo stesso modulo della velocità e lo stesso angolo.Il contatto tra palla e muro dura 10,4 ms.a) Quale impulso ha subito la palla? b)Qual è la forza media esercitata dalla palla sulla parete?
2) Una sonda spaziale di 2500 Kg senza equipaggio procede in linea retta alla velocità costante di 300 m/s.Il motore della sonda provoca una spinta di 3000 N per 65,0 s. a)Qual è la variazione della quantità di moto (in modulo) della sonda se la spinta è all'indietro, in avanti o trasversale? b) Qual è la variazione di energia cinetica negli stessi tre casi? Si supponga che la massa del combustibile espulso sia trascurabile rispetto alla massa della sonda. In attesa di una sua risposta le invio cordiali saluti.


DOMANDE (da Frattamaggiore): Egregio professore,
vorrei sapere qualcosa in più su quei componenti elettronici che sono i condensatori.
1) Che cosa fa scaricarli, visto che negli apparecchi dove si trovano, c'è un' alimentazione che non subisce variazione ? Cioè “chi" decide che devono caricare e "chi" decide il momento che devono scaricare?
2)Vorrei sapere che utilità pratica hanno, cioè se non ci fossero in una radio o altro apparecchio elettrico/elettronico, che succederebbe?
3)Fino a che punto è possibile un paragone tra un condensatore e una batteria?
Grazie. Francesco


DOMANDE (da Potenza): Salve! Il mio professore di geografia astronomica mi ha assegnato la tesina: " le principali unità di misura delle distanze astronomiche, dimostrazioni matematiche delle medesime e relative applicazioni". Ho provato a ricercare materiale su internet, enciclopedie e su vari libri ma le informazioni che riesco a reperire sono poche. VORREI FOCALIZZARE L'ATTENZIONE SULL' ANNO LUCE E SULL' U.A. . LE CHIEDO CORTESEMENTE DI ILLUSTRARMI , SE LE E' POSSIBILE ANCHE CON IMMAGINI, LE DIMOSTRAZIONI MATEMATICHE DELLE SUDDETTE UNITA' DI MISURA. LA RINGRAZIO.




DOMANDE :Caro Professore,
sono Antonio C. il suo vecchio alunno della 5 A Informatica di qualche anno fa.Spero di trovarla in buona salute ed esordisco dicendo che grazie ai suoi chiarimenti riguardo Fisica dei dispositivi elettronici ho supeato l'esame lo scritto con 30. Adesso le volevo esporre un mio dubbio riguardante le onde longitudinali.Premetto che ci sono state date tre definizioni distinte di equazioni caratteristiche per le onde longitudinali,trasversali e superficiali. Poiché negli appunti a me pervenuti manca una pagina e non ci è stato consigliato alun testo,volevo chiederle qual è l'equazione caratteristica delle onde longitudinali e la relativa velocità di propagazione e inoltre qual è la definizione di onda superficiale.
In attesa di una sua risposta le invio i miei più cordiali saluti.

Caro Antonio,
Le onde nei mezzi elastici possono essere di due tipi: longitudinali e trasversali. Le onde longitudinali sono determinate dall'elasticità di compressione dei solidi e dei fluidi (liquidi e gas). Sono onde caratterizzate da spostamenti paralleli alla direzione di propagazione.
Possono essere sferiche o piane.
Sono sferiche se la sorgente delle oscillazioni elastiche che si propagano nel mezzo è puntiforme o assimilabile ad un punto. In questo caso la propagazione è a simmetria sferica e le compressioni ed espansioni del mezzo avvengono lungo il raggio vettore OP che congiunge il punto P in cui si trova l'osservatore ed il punto O in cui si trova la sorgente. Le onde sferiche longitudinali si propagano in tutte ledirezioni, e poiché i fronti d'onda sono sfere concentriche di raggio R = |OP| = b t direttamente proporzionale al tempo t, l'intensità delle onde
I = P/(4pR2) generate da una sorgente puntiforme (per esempio sonora) di potenza P, è inversamente proporzionale al quadrato della distanza R dell'osservatore dalla sorgente. E poiché l'intensità I è direttamente proporzionale al quadrato dell'ampiezza s delle oscillazioni longitudinali, I = P/(4pR2) = ks2, si deduce che s è inversamente proporzionale a R:
s = SQR[P/(4pR2)/k] = (1/R) x SQR[P/(4pk].
Se, in particolare, si considerano le singole componenti sinusoidali (armoniche) di ampiezza A e lunghezza d'onda l che formano un'oscillazione longitudinale sferica di forma generica, si ha:
s (R,t) = (A/R) sen (2p/pl)(R – bt). La velocità di propagazione è b = SQR[(l+ 2 m)/r], dove l e m sono le costanti di Lamè e r è la densità del mezzo elastico (gas,liquido,solido) in cui l'onda si propaga. Le costanti di Lamè, caratteristiche del mezzo elastico, si possono esprimere in funzione del modulo di Young E (rapporto tra sforzo di trazione o di compressione e la relativa deformazione) e del modulo di Poisson s [rapporto tra deformazione trasversale e deformazione longitudinale (per esempio in una sbarra che si allunga per trazione, lo spessore diminuisce, mentre in una sbarra che si accorcia per compressione lo spessore aumenta):
l = sE/[(1+ s)(1 - 2 s)];
m (modulo di scorrimento) = E/[2(1+ s)].
Se, in particolare, si considerano onde piane longitudinali, i cui fronti d'onda sono dei piani perpendicolari all'asse x (direzione di propagazione), si considera la seguente equazione differenziale per lo spostamento s del mezzo lungo l'asse x:
D2x s (x,t) = (1/b2)D2t s (x,t), dove D2x s(x,t) e D2t s(x,t) indicano rispettivamente la derivata seconda (parziale) di s rispetto ad x e la derivata seconda (parziale) rispetto al tempo t.
La soluzione è s (x,t) = A sen (2p/l)(x – bt ). In particolare, se si considera un solido isotropo, la velocità di propagazione delle onde longitudinali (di compressione ed espansione) è b = SQR(B/r), dove B = - V dp/dV = E/[(3(1 - 2s)] è il modulo di compressibilità (p è la pressione e V è il volume).
Nel caso di un gas B = gp, dove g = Cp/Cv è il rapporto tra il calore specifico a pressione costante Cp ed il calore specifico a volume costante.
Le onde trasversali, sia sferiche che piane, si propagano soltanto nei solidi, poiché i fluidi non possono trasmettere sforzi di taglio ma solo pressioni (sforzi perpendicolari alle superfici che si considerano sottoposte alla pressione), e sono prodotte da oscillazioni perpendicolari alla direzione di propagazione. L'equazione differenziale di un'onda piana trasversale (analoga ad un'onda che si propaga in una corda) è D2x s (x,t) = (1/a2)D2t s (x,t), dove s(x,t) è lo spostamento perpendicolare alla direzione di propagazione e a = SQR(m/r) (minore di b) è la velocità di propagazione.
Le onde superficiali si possono considerare onde trasversali che si propagano in 2 dimensioni. Per esempio la membrana (pano x,y) di un tamburo è sede di onde superficiali stazionarie prodotte da spostamenti trasversali lungo l'asse z che si propagano nel piano x,y.
L'equazione differenziale è la seguente (equazione delle membrane vibranti):
D2x z (x,t) + D2y z (x,t)= (1/v2)D2t z(x,t),
dove v = SQR(T/rs) è la velocità di propagazione , che dipende dalla tensione T della membrana (forza applicata al bordo per unità di lunghezza) e dalla densità superficiale rs (massa della membrana per unità di superficie= densità superficiale). Ricambio tanti cordiali saluti.

DOMANDE:Egregio professore,
vorrei spiegazione su due domande di pura curiosità.
1)C'è qualche motivo particolare per cui in alcune formule ( tipo quella dell'assorbimento o del decadimento radioattivo)è presente la "e" dei logaritmi naturali? Perché proprio quel logaritmo con quella la base ,che a me sembra così scomoda?
2)Si può considerare l'effetto Compton il "padre" di altri effetti ( che secondo me discendono dallo stesso principio) come l'effetto Raman, la fluorescenza, ecc., cioè che riguardano variazioni di energia in seguito a interazioni onde-materia?
Grazie .Francesco


1) La presenza della base neperiana dipende esclusivamente dal modello matematico differenziale che caratterizza entrambi i fenomeni.
Se ci riferiamo all'assorbimento di una radiazione luminosa da parte di uno strato di materiale di spessore infinitesiomo dx, dobbiamo considerare che la variazione (diminuzione) infinitesima dell'intensità luminosa dI determinata da uno strato di spessore infinitesimo dx ,compreso tra x e x+dx, è direttamente proporzionale all'intensità I della luce che incide perpendicolarmente sulla superficie del materiale: dI = - k I dx.
Pertanto, in base alle regole del calcolo infinitesimale, si ottiene: dI/I = - kdx. Calcolando l'integrale indefinito (funzione primitiva) della funzione 1/I, si ottiene appunto, come si dimostra in analisi infinitesimale, log I (logaritmo di I in base e): log I = - kx + log c, dove c è una costante arbitraria che rappresenta l'intensità Io della radiazione luminosa che incide perpendicolarmente sulla superficie del materiale (per es. vetro) .
Si ha: log I – log Io = -kx; log(I/Io) = -kx; quindi, per definizione di logaritmo, se -kx è l'esponente al quale bisogna elevare la base e per ottenere I/Io, si ottiene: I/Io = e -kx; I (x) = Io e-kx.
La costante k rappresenta il coefficiente di assorbimento.
Un'equazione analoga descrive i fenomeni di decadimento radioattivo. In questo caso, se t è la vita media di un nucleo atomico instabile, la probabilità che questo decada in un nucleo stabile nell'intervallo di tempo infinitesimo dt è dt/t. Se gli atomi instabili sono N, la diminuzione infinitesima dN di atomi instabili nell'intervallo dt è dN = - N dt/t.
Come nel caso precedente, si ottiene l'equazione differenziale dN/dt = - N/t, la cui soluzione è N(t) = No e-t/t, dove No è il numero iniziale di atomi instabili. In entrambi i fenomeni la legge è di tipo esponenziale decrescente.
Nelle matematiche ed in fisica il numero e (numero di Nepero) svolge una funzione importantissima come p. Entrambi sono numeri irrazionali (decimali illimitati aperiodici, con infinite cifre decimali non periodiche) che fanno parte della struttura fisico-matematica dell'universo e rappresentano due costanti numeriche fondamentali al pari della velocità della luce, della costante di Planck , della costante G di gravitazione universale di Newton e della carica dell'elettrone.
Riferimento web: http://www2.polito.it/didattica/polymath/htmlS/argoment/APPUNTI/TESTI/Ott_04/Numeroe.htm
2) L'effetto Raman (1928) e la fluorescenza possono essere considerati affini all'effetto Compton, a parte la notevolissima differenza di energia dei quanti. Mentre nell'effetto Raman (diffusione di fotoni con variazione di lunghezza d'onda) la differenza rappresenta l'energia del quanto di energia elastica (fonone) emesso o assorbito, nell' effetto Compton (1923), la differenza rappresenta l'energia assorbita dall'elettrone sul quale avviene la diffusione del fotone incidente.

DOMANDE (da Potenza): Egregio professore,
complimenti per il sito molto interessante ed utile per noi studenti! La ringrazio per la pazienza e l’infinita disponibilità nel rispondere a tutti i quesiti. Il suo lavoro è molto importante!
Vorrei porle i seguenti quesiti:
1) Perché l’universo viene definito come “finito ma senza confini”? So che vi è un nesso con la teoria della relatività di Einstein. Le sarei molto grata se mi desse delle dritte per capire anche attraverso formule matematiche e illustrazioni.
2) Il mio professore di geografia astronomica ci ha posto il seguente quesito circa le coordinate geografiche nello specifico la quota: “sapendo che l’altitudine o quota è la distanza verticale di un punto (già determinato attraverso latitudine e longitudine) dal livello medio del mare, dimostrare perché proprio dal livello del mare e perché si può parlare sia di quota sul livello del mare sia di quota intesa come profondità del livello del mare”.
3) Mi incuriosisce il disporsi dell’acqua. Pur sapendo che essa assume la forma del recipiente, non riesco a capire perché una singola goccia d’acqua  abbia la forma di “goccia” , perché il mare si disponga orizzontalmente e perché l’acqua del pianeta assuma la forma sferica. Le sarei infinitamente grata se mi spiegasse cosa avviene nei tre casi che lo ho citato e se vi sia un nesso che unisca questi tre modi di disporsi dell’acqua. Inoltre, si può dire che vi sia una legge generica riguardo al suo disporsi?
4) Le sarei molto grata se mi spiegasse la legge di Ferrel.
5)Il mio professore di geografia astronomica ci ha lanciato il quesito: “i paralleli sono tanti quanti sono i punti della Terra, perché?” Mi è venuto spontaneo pensare che siano infiniti, ma è giusta questa mia intuizione? Però non riesco a capire il perchè.
6) Le sarei molto grata se mi spiegasse in che modo il Golfo del Messico condiziona il clima di tutto il mondo in relazione alla legge di Ferrel. Grazie mille! Nunzia


1) In base alla teoria del “big bang” lo spazio-tempo dell'universo si espande continuamente con una velocità V di recessione (allontanamento reciproco delle galassie) direttamente proporzionale alla loro distanza reciproca R (V = HR – legge di Hubble).
Per capire il senso della frase citata, bisogna paragonare l'universo ad un palloncino fatto di una gomma così cedevole che lo si possa gonfiare indefinitamente. Se si disegnano dei punti equidistanti sul palloncino, si vede che i punti, al gonfiarsi del palloncino, si allontanano l'uno dall'altro con velocità direttamente proporzionali alle reciproche distanze. Il volume racchiuso dal palloncino, pur essendo finito, cresce indefinitamente, cioè senza limiti, senza confini a causa dell'espansione dello spazio-tempo.(vedi “le risposte alle vostre domande” , pag.9).
2)Bisogna fare riferimento al principio dei vasi comunicanti, in base al quale in un liquido non possono esistere, in condizioni di equilibrio, punti alla stesso livello, tra i quali ci sia una differenza di pressione. Il livello del mare, prescindendo dal moto ondoso, è equidistante dal centro della Terra in tutti i punti della superficie terrestre e pertanto viene assunto come livello di riferimento.
3) La forma a goccia dipende dal fatto che in natura lo stato stabile di un sistema fisico corrisponde al minimo dell'energia. E poiché la sfera è un solido che, a parità di volume con altri solidi (per esempio un cubo), è caratterizzata dalla superficie minima, l'assunzione della forma sferica da parte di un corpo è connessa al fatto che solo in tal modo diventa minima l'energia di superficie, dovuta alle forze elettriche attrattive tra le molecole in superficie. Inoltre, in condizioni di equilibrio, la superficie libera di un liquido soggetto alla gravità, si dispone sempre orizzontalmente, perchè soltanto in questo modo l'energia potenziale gravitazionale è minima e si annullano tutte le componenti tangenziali delle forze peso.
4) La legge di Ferrel è una conseguenza dell'accelerazione centrifugo-composta di Coriolis, che si manifesta , a causa della rotazione della Terra intorno al suo asse, su tutti i corpi in movimento sulla superficie terrestre, quindi anche sulle masse d'aria (venti) e d'acqua (correnti marine) in moto. La deviazione dei venti e delle correnti avviene, nell'emisfero boreale, verso il lato destro e nell'emisfero australe verso il lato sinistro di un osservatore che riceva il vento o la corrente alle spalle. Pertanto,se nell'emisfero boreale un vento o una corrente si muovono inizialmente verso Nord, deviano verso Est, se invece si muovono inizialmente verso Sud, deviano verso Ovest. Il contrario si verifica nell'emisfero australe: se il moto iniziale è verso Sud, la deviazione avviene verso Est; se invece il moto iniziale è verso Nord, la deviazione avviene verso Ovest. Con la legge di Ferrel si spiegano i versi di circolazione dei venti nelle aree di bassa pressione e di alta pressione :nelle aree cicloniche (di bassa pressione) la circolazione avviene in senso antiorario,in quelle anticicloniche (di alta pressione) avviene in senso orario. Il contrario si verifica nell'emisfero australe.
5) Essendo infiniti i punti sulla superficie terrestre, esistono in linea di principio, infinite coppie meridiano-parallelo , cioè infinite coppie di circonferenze passanti rispettivamente per i poli (meridiani) e giacenti in piani paralleli al piano dell'Equatore (paralleli) . In pratica, ogni parallelo si suddivide in 360°, con ciascun grado comprendente 60' e ciascun primo comprendente 60”, suddivisi a loro volta in decimi e centesimi. Per ogni punto così determinato passa un meridiano. Analogamente ogni meridiano si suddivide in 360°,con ulteriori suddivisioni in primi, secondi, decimi e centesimi di secondo. Per ogni punto così determinato passa un parallelo, non considerando i due paralleli estremi passanti per i Poli e che si riducono ad un punto.
6) La corrente del Golfo del Messico è una corrente calda prodotta dalla diminuzione di densità dell'acqua che si riscalda ascendendo in superficie e spostandosi , per effetto di moti convettivi analoghi a quelli dell'acqua che bolle in una pentola, verso le zone fredde alle quali cede calore.Successivamente la corrente d'acqua fredda ,essendo più densa, si dirige verso il fondo e chiude il ciclo ritornando al punto di partenza. In tal modo le zone fredde dell'emisfero boreale (Gran Bretagna, Scandinavia) possono godere di un clima più temperato di quello esistente, per esempio, a parità di latitudine, in Canada (corrente fredda del Labrador). Fin quando si manterranno i moti convettivi che danno origine alla corrente del Golfo, il clima del pianeta potrà usufruire di escursioni termiche più limitate.

DOMANDE : Egregio professore,
La prego di aiutarmi a uscire da un  altro dei miei "ingorghi" !
Ho provato a creare il tramonto artificiale col classico esperimento della vaschetta d'acqua illuminata da una pila e versando gocce di latte: effettivamente le gocce diffondono un colore azzurrognolo lateralmente alla luce e guardando invece, direttamente la pila, attraverso l'acqua, vi è un colore rossastro. Ma quello che non riesco a capire è come mai in così poco spessore la luce bianca si sia depauperata così tanto. Anzi in generale ancora non ho capito come è possibile ,se la diffusione è un processo che non porta a variazione di energia,  che un raggio a furia di diffondere si depauperi delle frequenze, come se fosse un assorbimento. Insomma io posso avere una variazione di lunghezza d' onda sia con la diffusione, che con l'assorbimento.
Quel che chiedo è "quanto" dev'essere questo spessore per, come dire, far "eguagliare" i due fenomeni. Se non trovo spiegazione a ciò, l' unica cosa che riesco a pensare è che in un mezzo omogeneo e senza altri fattori, la diffusione è identica dovunque ( a parte l'angolo), indipendentemente dallo spessore, e solo in direzione della luce si ha una diminuzione di l.o. , ma per assorbimento vero e proprio, non perché sono rimaste le frequenze non diffuse ( e questo spiegherebbe il quesito dell' esperimento), altrimenti devo ritenere che anche la diffusione porta a perdita di energia, e diventa un "parente" dell'assorbimento.
Se io osservo ad es. una nebulosa lontana , come faccio a capire se quel colore è il derivato di una  diffusione o di un assorbimento ?
2)Perché un liquido trasparente in grossi spessori , anche quando è molto omogeneo, perde la trasparenza? Che cosa si "guasta" con lo spessore?
3)Infine com' è possibile che la luce diffusa sia polarizzata ( leggo che una delle differenze per distinguerla da quella derivante da fluoerescenza è proprio questa), se per definizione la luce è diffusa quando viene riflessa in  tutte le direzioni? Come fa ad appartenere allo stesso piano?
Grazie infinite. Francesco


1) La figura mostra un raggio di luce bianca che attraversando una sostanza trasparente subisce contemporaneamente la diffusione di Raleygh e l'assorbimento. Si vede che, poiché la diffusione interessa prevalentemente la luce blu (l'intensità della luce diffusa in tutte le direzioni è inversamente tproporzionale alla quarta potenza della lunghezza d'onda), man mano che il raggio penetra nella sostanza, diminuisce progressivamente il numero di fotoni che lo costituiscono, in misura pari al numero di quelli che vengono diffusi. Si ha quindi una diminuzione d'intensità dovuta al fatto che al crescere dello spessore della sostanza attraversata, cresce il numero dei fotoni “perduti”per diffusione. D'altra parte si verifica contemporaneamente il fenomeno di assorbimento, che dipende dalla natura degli atomi della sostanza, e che avviene soltanto se i livelli energetici atomici sono tali da determinare l'esistenza di righe di assorbimento (righe nere) comprese nello spettro della luce incidente sulla sostanza. Qualora si verifichino entrambi i fenomeni, essi concorrono in misura diversa, dipendente dalle caratteristiche ottiche della sostanza assorbente. Altrimenti si verifica soltanto la diffusione.
Nel caso di una nebulosa lontana, l'assorbimento è evidenziato dalla presenza di righe nere che solcano lo spettro continuo emesso dalla nebulosa. Se sono presenti righe nere, infatti, i fotoni assorbiti vengono successivamente riemessi in tutte le direzioni determinando il colore della nebulosa. Se invece non sono presenti righe nere, si verifica la diffusione di Raleygh.
2) La perdita di trasparenza si deve alle particelle in sospensione nel liquido che, anche se non lo fanno apparire torbido, quando lo spessore diventa grande, sempre per effetto della diffusione ed a seconda delle loro dimensioni, sottraggono fotoni al flusso luminoso uscente dal liquido, diminuendone la trasparenza.
3) La luce incide sui dipoli elettrici molecolari orientati (coppie di cariche di segno opposto distanti di qualche angstrom (10-8 cm)), che si comportano come tante microscopiche antenne hertziane, entrando in oscillazione e reirradiando l'energia elettromagnetica ricevuta, con il vettore campo elettrico orientato parallelamente agli assi dipolari. Questo comporta appunto che la luce diffusa in tutte le direzioni di un piano orizzontale, sia polarizzata in tutti i piani verticali passanti per i dipoli molecolari perpendicolari al piano orizzontale in cui avviene la diffusione.

DOMANDE : Vorrei sapere cos'è l'ipercubo o cubo a 4 dimensioni


Con riferimento alla figura, se si definisce il punto geometrico come cubo a 0 dimensioni (0-cubo), la figura geometrica che si ottiene spostando il punto in uno spazio unidimensionale è il segmento, cioè il cubo a 1 dimensione (1-cubo) , comprende 2 0-cubi. Analogamente, spostando perpendicolarmente a se stesso un segmento in uno spazio a 2 dimensioni, si ottiene un quadrato, cioè un cubo a 2 dimensioni (2-cubo), che comprende 2 cubi a una dimensione (1-cubi); spostando un quadrato perpendicolarmente al piano cui appartiene, innuno spazio a 3 dimensioni, si ottiene un cubo ordinario (cubo a 3 dimensioni o 3-cubo), che contiene 6 facce quadrate (6 2-cubi). Infine spostando un 3-cubo in uno spazio a 4 dimensioni, si ottiene un ipercubo o 4-cubo, cioè un cubo a 4 dimensioni, che ovviamente non può essere visualizzato nello spazio tridimensionale ordinario,ma solo concepito come estensione del cubo tridimensionale.Un ipercubo contiene 2 3-cubi e si può immaginare di ottenerlo congiungendo con delle cordicelle gli 8 vertici di due 3-cubi. E' più facile considerare la cosiddetta proiezione centrale di un ipercubo, realizzata da alcuni artisti (Pierelli) e costituita da due cubi ordinari di spigolo diverso collegati tra loro attraverso 8 cordicelle congiungenti i vertici corrispondenti.
Riferimento web:http://www.bta.it/riv/most/1995/09/01/a0/itIpercubo.html .

DOMANDE (da Potenza): Egregio professore, complimenti per il sito molto interessante! Le sarei molto grata se mi desse delle semplici ma dettagliate informazioni circa l'energia potenziale elettrica, il potenziale ed in particolare il campo elettrico generato da un piano infinito in modo da poter fare un discorso omogeneo e non discontinuo. Grazie mille!!!! Nunzia


Per i concetti fondamentali di campo elettrostatico e potenziale elettrostatico consultare la sezione “le leggi del mondo fisico”, pag. 7, di questo sito. Per quanto concerne il campo elettrostatico generato da un piano carico indefinito (strato carico semplice), bisogna considerare un cilindretto infinitesimo contenente la carica elementare s dS, dove s è la densità di carica superficiale (coulomb/metro2) e dS è l'area di base del cilindretto di altezza infinitesima dh, le cui generatrici sono perpendicolari al piano carico. Applicando il teorema di Gauss si può calcolare il flusso infinitesimo dF(E) = sdS/eo = |Es| dS + |Ed| dS + |Elat| dSlat, dove |Es| ed |Ed| sono rispettivamente il modulo del campo elettrico generato dal piano carico a sinistra ed a destra di esso ed |Elat| dSlat = 0 è il flusso attraverso la superficie laterale infinitesima dSlat = dSdh, che è nullo per definizione di tubo di forza, in quanto il campo elettrico è in ogni punto perpendicolare alla normale a dSlat (parallelo alle generatrici del cilindretto). Pertanto, essendo |Es| = |Ed| = E per ragioni di simmetria e tenendo conto che i campi Es ed Ed hanno versi opposti (Es è diretto verso sinistra e Ed verso destra), si ha: sdS/eo = 2EdS ;
E = |Es| = |Ed| = s/(2eo).

DOMANDE(da Roma): Indice di conducibilità del carburante diesel in assenza d' acqua e possibilità di misurarne la quantità d' acqua presente

Le misure richieste sono eseguibili con speciali conduttometri che consentono di misurare la percentuale d'acqua nel gasolio, che è compresa,in media, tra lo 0,1 % e lo 0,2 % in volume. In ogni caso l'umidità non deve superare lo 0,3 % in volume, altrimenti si possono produrre danni al motore.
Riferimenti web:
1) http://www.kittiwake.com/Default.aspx/ProductSection/75/ProductSubSection/86/ProductSubSubSection/181/Product/413
2) Measurement of dielectric constant and conductivity in automotive Diesel fuels, La Rivista dei Combustibili, vol. XLV. 7-8 (1991) 237-241. http://elearning.liuc.it:8080/ricerca/user.showpubl.do?id=9001&__sort=tipodipubblicazione&__page=1
3) Caratteristiche del gasolio per autotrazione:
http://carburanti.tariffe.it/scheda_gasolio.php

DOMANDE(da Foggia):
1)Considerando la terra come una sfera, quali sono i valori del suo raggio equatoriale e della sua circonferenza massima (equatoriale) ?
2) Qual è semiampiezza angolare di un fuso orario ?
3) Quali sono le unità di misura della pressione atmosferica ?


1) Raggio equatoriale terrestre Re = 6378 km; Circonferenza massima C = 6,28 x 6378 km = 40053,84 km.
2) La semiampiezza di un fuso orario, cioè la distanza angolare del meridiano centrale dai meridiani che delimitano un fuso orario è pari a (½) 360°/24 = 7,5° = 7° 30'.
3) Le unità di misura della pressione atmosferica sono:
il millibar (mbar) = (1/1000) di bar = 1000 dine/cm2 (1 bar = 106dine/cm2 = 106dine/cm2/1,013 x 106 dine/cm2= 0,987 atm) ;
il pascal (Pa) = 1 N/m2 (newton/mq) = 10 dine/cm2 = (1/100) mbar;
1 hPa (ettopascal ) = 100 Pa = 1 mbar ;
l'atmosfera (atm) (pressione esercitata da una colonnina di mercurio alta 760 mm) 1,013 x 106 dine/cm2 = 1,013 x 105 N/m2 = 1,013 x 105 Pa = 1,033 kg-peso/cm2.
il tor (in onore di Evangelista Torricelli, inventore del barometro) = 1 mm di Hg (mm di mercurio) = 1/760 atm = 0,001315 atm = 0,001315 x 1,013 x105 Pa = 133,2 Pa= 1,332 hPa = 1,332 mbar.

DOMANDE
(da Palermo): Perchè quando saliamo su una bilancia l'ago inizialmente oscilla,e poi si ferma?
(da Caserta) Salve. Vorrei avere una risposta a questa domanda: come mai quando saliamo su una bilancia l'ago continua ad oscillare e non si ferma subito? C'è qualche rapporto con il principio di Archimede? grazie in anticipo per la risposta.


Quando si sale su una bilancia a molla, il sistema costituito dalla massa corporea e dalla molla costituisce un oscillatore armonico smorzato e soggetto ad una forza esterna, che è la forza-peso. Esso è analogo al sistema costituito da un veicolo e dalle sue sospensioni elastiche (molle a balestra e barre di torsione). In entrambi i casi il dispositivo che esercita la forza elastica (molla o sospensioni) subisce una deformazione elastica iniziale per effetto della quale esegue delle oscillazioni smorzate, cioè oscillazioni la cui ampiezza decresce al passare del tempo con legge esponenziale, per effetto delle forze d'attrito presenti nel sistema. Pertanto l'indice della bilancia raggiunge la posizione di equilibrio dopo alcune oscillazioni, il cui periodo T è tanto più grande quanto maggiori sono la massa e le forze d'attrito e decresce al crescere della rigidità della molla. Il fenomeno descritto non ha alcun rapporto col principio di Archimede.

DOMANDE (da Pontedera): Quali sono e come si trovano le relazioni fra campo magnetico e campo elettrico nel caso in cui il primo sia uniforme e orizzontale? Grazie, Luke.


Considerato che un campo è uniforme se la sua intensità, la sua direzione ed il suo verso sono indipendenti dal punto P(x,y,z), se assumiamo come piano orizzontale il piano xy , le componenti Hx ed Hy, pur dipendendo, in generale, dal tempo, sono costanti rispetto a x, y,z e direttamente proporzionali tra loro: Hx (t) = k Hy (t) e la componente Hz è nulla. Infatti, dovendo essere costante l'inclinazione di H rispetto agli assi x,y, in qualsiasi punto e per t qualsiasi, il rapporto tra Hx ed Hy deve essere costante.
Pertanto, indicando con Dx, Dy e Dz le derivate parziali di Ex, Ey, Ez ed Hx, Hy ed Hz rispetto a x, y, z, e con Dt la derivata parziale parziale rispetto al tempo,si ha:
1) I equazione di Maxwell (Teorema di Gauss) (nel vuoto ed in assenza di cariche elettriche e di correnti elettriche di conduzione e di convezione) div E = 0;
Dx Ex + Dy Ey + Dz Ez = 0;

2) II equazione di Maxwell (teorema della solenoidalità del campo magnetico) div H = 0;
Dx Hx + Dy Hy + Dz Hz = 0;
0 = 0 (si riduce ad un' identità) (Hz = 0, essendo H orizzontale, Hx e Hy costanti rispetto a x,y).

3) III equazione di Maxwell ( Legge d'induzione elettromagnetica di Faraday-Neumann-Lenz)
rot x E = - m Dt Hx ;
Dy Ez – Dz Ey = - m Dt Hx;
rot y E = - mDt Hy ;
Dx Ez – Dz Ex = - m Dt Hy;
rot z E = - mDt Hz ;
Dx Ey – Dy Ex = - m Dt Hz = 0 (Hz = 0);
4) IV equazione di Maxwell (teorema di concatenazione di Ampere) rot x H = eDt Ex ;
Dy Hz – Dz Hy = e Dt Ex; 0 = e Dt Ex; (Hz = 0, Hy costante rispetto a z) ; Ex è pertanto indipendente dal tempo.
rot y H = eDt Ey ;
Dz Hx – Dx Hz = e Dt Ey; 0 = e Dt Ey; (Hz = 0, Hx costante rispetto a z);
pertanto Ey è indipendente dal tempo.
rot z H = eDt Ez ;
Dx Hy – Dy Hx = e Dt Ez; 0 = e Dt Ez (Hx e Hy costanti rispetto a x,y,z);
pertanto Ez è indipendente dal tempo.
In particolare, se il campo magnetico, oltre ad essere uniforme, è anche indipendente dal tempo, si ha:
III equazione di Maxwell ( Legge d'induzione elettromagnetica di Faraday-Neumann-Lenz)
rot x E = - m Dt Hx = 0 ;
Dy Ez – Dz Ey = 0;
rot y E = - mDt Hy = 0 ;
Dx Ez – Dz Ex = 0;
rot z E = - mDt Hz = 0;
Dx Ey – Dy Ex = 0 (Hz = 0);
Questo significa che, essendo rot E = 0, il campo elettrico è irrotazionale (o conservativo) e che si può esprimere come gradiente del potenziale elettrostatico V (x,y,z).

DOMANDE (da Frattamaggiore):Egregio professore,
perché il sole ionizza solo una parte dell'atmosfera, la ionosfera appunto, e non tutta ? ( Credo che dipenda dalla densità degli strati sottostanti , la quale fa ricombinare subito gli atomi appena ionizzati. E' così?)
E la parte superiore alla ionosfera, che quasi si confonde con lo spazio vuoto, l'esosfera cioè, che è ancor meno densa, non dovrebbe essere ionizzata lo stesso?
Vorrei poi farLe una domanda che non so se rientra nelle sue competenze , riguardante le note musicali. Visto che esse sono delle frequenze esprimibili con dei numeri, non si potevano fare tutte multiple l'una dell' altra, così che quando si cambia scala non si usano i diesis e bemolle per mantenere gli stessi suoni, e semplicare? In fin dei conti la scrittura musicale ce la inventiamo noi, non credo cambiasse qualcosa facendo così.
Grazie. Francesco


I gas rarefatti che costituiscono la ionosfera vengono ionizzati prevalentemente dai fotoni ultravioletti della radiazione solare ed in minor misura dalle particelle del vento solare (elettroni e protoni) e della radiazione cosmica. La ionizzazione dei gas è molto più intensa rispetto a quella che si verifica negli strati sottostanti la ionosfera sia perchè a quote minori (nella stratosfera) la maggior parte dei fotoni UV viene assorbita dall'ozono che si dissocia in ossigeno atomico ed ossigeno molecolare (biatomico), sia perchè, essendo molto piccolo il cammino libero medio degli ioni tra due urti consecutivi, a causa della maggiore pressione e quindi della maggiore densità, aumenta notevolmente la probabilità di ricombinazione degli ioni positivi con gli elettroni e con gli ioni negativi. Per quanto riguarda l'esosfera, che è la parte dell'alta atmosfera al di sopra dei 500 km e si estende fino a circa 50000 km, comprendendo le fasce di Van Allen, bisogna considerare che a quelle quote l'ossigeno e l'azoto sono presenti in concentrazioni bassissime, essendo sostituiti da idrogeno ed elio, prodotti dalle particelle del vento solare che catturano elettroni. Pertanto, anche l'esosfera è ionizzata, ma a causa dell'intenso flusso di protoni ed elettroni del vento solare.
I rapporti tra le frequenze delle note musicali sono numeri razionali particolari, tali da generare sensazioni acustiche gradevoli. Se i rapporti delle frequenze fossero stabiliti con una legge diversa, per es. per ottenere frequenze crescenti multiple di una frequenza base, si perderebbe la gradevolezza dei suoni,ottenendo soltanto delle stonature. Fin dai tempi più remoti l'uomo è riuscito a produrre per il suo orecchio suoni più o meno gradevoli, inventando gli strumenti musicali più disparati, ma selezionando, con l'esperienza e con l'affinarsi della sensibilità musicale, soltanto i rapporti di frequenza che risultassero i più gradevoli per la maggioranza degli ascoltatori. La scala musicale, come quella delle sensazioni cromatiche, è puramente soggettiva, in quanto dipende essenzialmente dalla risposta del cervello: l'orecchio e l'occhio sono dei biosensori, ma è il cervello che elabora gli stimoli acustici o visivi, imponendo una sua codifica acustica o cromatica, indipendente dalla fisicità dei fenomeni.

DOMANDE: Egregio professore,
vorrei sapere se è giusta una mia osservazione.
La luminescenza se prodotta con irraggiamento dà luogo a fluorescenza o fosforescenza, se prodotta con reazioni chimiche è bioluminescenza, termoluminescenza, ecc.
Ma non si tratta sempre di salti di elettroni da un livello più alto a uno più basso?
Si tratta effettivamente dello stesso fenomeno dovuto a cause diverse, ma con lo stesso meccanismo e lo stesso risultato ( a parte i tempi di durata), o mi sfugge qualcosa?
E tra i fenomeni " cause diverse, ma stesso risultato" possiamo annoverare anche quello descritto qualche domanda fa e cioè il cambio di frequenza dovuto a due cause diverse, quali l'assorbimento o la diffusione?
Grazie . Francesco


1) I vari fenomeni di luminescenza, indipendentemente dai meccanismi, fisici (termoluminescenza, sonoluminescenza), chimici o biologici, che li determinano, sono sempre associati a transizioni elettroniche da stati quantici con una data energia a stati quantici caratterizzati da energie inferiori, in modo tale che le transizioni siano sempre accompagnate da emissione di fotoni. In particolare, nel caso della bioluminescenza dei fotobatteri, le reazioni fotochimiche consistono nell'ossidazione di una sostanza chimica, la luciferina, in luciferasi, un enzima che catalizza l'emissione luminosa. In altri casi la luminescenza può essere associata a reazioni chimiche (chemioluminescenza) o ad assorbimento di energia acustica (sonoluminescenza prodotta da fononi ultrasonici) o termica (termoluminescenza che libera elettroni intrappolati in impurità o in difetti di particolari cristalli che abbiano assorbito in precedenza radiazioni luminose).
Pertanto, anche se le cause sono diverse, i fenomeni di luminescenza sono sempre riconducibili ad uno dei principi fondamentali della fisica quantistica: l' emissione spontanea o stimolata di fotoni associata a transizioni elettroniche da livelli energetici maggiori verso livelli energetici minori.
2) Per quanto riguarda la variazione di lunghezza d'onda che si osserva in un raggio di luce bianca per diffusione e per assorbimento, si può affermare che alla progressiva diminuzione del flusso di fotoni con lunghezza d'onda più piccola per diffusione in tutte le direzioni sugli elettroni appartenenti agli orbitali più esterni e meno legati, si aggiunge la diffusione dei fotoni assorbiti aventi lunghezze d'onda tali da far passare elettroni da livelli energetici inferiori verso livelli superiori, con successiva emissione di fotoni per fluorescenza in tutte le direzioni, associata a transizioni elettroniche “di ritorno” verso livelli inferiori. Quindi, una parte del flusso dei fotoni che subiscono la diffusione è costituita proprio dai fotoni che vengono assorbiti dagli atomi in funzione dei livelli energetici caratteristici di una sostanza e che siano tali da dar luogo a righe di assorbimento (righe nere) , osservabili puntando uno spettroscopio verso la sorgente luminosa i cui raggi incidono sulla sostanza diffondente ed assorbente.

DOMANDE :Egregio professore,
 vorrei capire perché muovendo  un cd-rom o dvd si vedono i colori dell'arcobaleno.
 Eppure la luce non subisce rifrazione, non è che passa da un mezzo all'altro.
Che cosa dunque, scompone la luce bianca, che dovrebbe essere semplicemente riflessa da questa superficie specchiante?
Grazie. Francesco


Si tratta di un fenomeno d'interferenza, analogo a quello prodotto da un film di petrolio galleggiante sull'acqua di una pozzanghera o sull'acqua marina.
In quel caso, come nel caso in oggetto, si osservano delle iridescenze, cioè dei colori, dal rosso al violetto, la cui tinta varia al variare della direzione di osservazione. Infatti, mentre nel caso di un film di petrolio galleggiante sull'acqua, i raggi luminosi vengono riflessi dal film di petrolio e dall'acqua sottostante percorrendo diversi cammini ottici dipendenti dall'esiguo spessore del petrolio (qualche centinaio di micron) e dando origine, a seconda della lunghezza d'onda e della direzione di osservazione, ad un sistema di frange d'interferenza (zone alternate di massimi e minimi d'intensità luminosa, analoghe alle frange osservabili facendo riflettere un raggio di luce da una lente convergente aderente ad una lastra di vetro) , nel caso di un CDROM o di un DVD, le frange d'interferenza policrome sono prodotte dalla riflessione dei raggi di luce, con cammini ottici diversi, che dipendono dallo spessore dello strato trasparente che ricopre il film d'alluminio. Se la differenza di cammino ottico, per una data lunghezza d'onda ed una data direzione d'osservazione, è multipla della lunghezza d'onda, si ha un massimo d'intensità luminosa (frangia luminosa) pari a 4 volte quella di un singolo raggio; se invece la differenza di cammino ottico è pari ad un multiplo dispari della semilunghezza d'onda, si ha un annullamento dell'intensità luminosa (frangia oscura).

DOMANDE (da Latina):Gent.mo Professore,
che indice di rifrazione deve avere un prisma per separare meglio tra loro le righe spettrali emesse da una sostanza?
Grazie. Roberta.


Per separare meglio tra loro le righe spettrali bisogna ricorrere a spettroscopi a corona di prismi o a visione diretta, nei quali, oltre all'elevato indice di rifrazione (n intorno a 1,70 .. 1,75) del vetro del prisma, si sfrutta l'effetto cumulativo della dispersione dovuta a tre o più prismi in cascata, il che consente di separare lunghezze d'onda l differenti tra loro di Dl minore o uguale a 0,1 micron (100 nanometri). Risoluzioni maggiori si possono ottenere con spettroscopi basati sul reticolo di diffrazione.

DOMANDE (da Latina): La ringrazio per avermi risposto al quesito precedente.
Eccone un altro: un laser emette un fascio di luce più intenso rispetto a quello di un laser apparentemente identico. che vuol dire?
Che relazione c'è con i fotoni che sta emettendo?
Grazie, Roberta.


Se la lunghezza d'onda l delle radiazioni emesse da due laser di potenza diversa è la stessa, non varia l'energia E = hn = hc/l dei fotoni contenuti in ciascuno dei due fasci laser. E' invece maggiore la densità di flusso dei fotoni emessi dal laser di potenza maggiore, cioè il numero di fotoni emessi in un secondo attraverso un fascio laser di sezione unitaria [fotoni /(cm2 x sec)], densità di flusso che corrisponde energeticamente all'intensità del fascio espressa in J/(cm2 x s) = W/cm2. Se i due fasci laser fossero inviati su due cellule fotoelettriche identiche, produrrebbero, in base alle leggi dell'effetto fotoelettrico di Albert Einstein (1905), correnti fotoelettroniche aventi intensità direttamente proporzionali alle rispettive densità di flusso fotonico, a parità di sezione (cm2) dei fasci .

DOMANDE (da Frattamaggiore):Egregio professore,
nonostante mi sia chiaro cos' è un' onda polarizzata, vorrei capire qualcosa in più su di esse.
1) Che s'intende per polarizzazione lineare , o ancora di più ellittica e circolare ? Se un'onda è polarizzata, dovrebbe essere sempre sullo stesso piano, non vedo come farebbe a descrivere,stando su di esso, un' ellisse o un cerchio. E lineare ? Ma quale linea s' intende?
2) Gli occhiali antiriflesso sbarrano le onde polarizzate orizzontalmente provenienti appunto dai riflessi terrestri. Ma perché le onde riflesse dalle superfici sono polarizzate orizzontalmente e non p.es., verticalmente? Cioè, che cosa "decide" su che piano si polarizza un' onda? Se dev' essere verticale , orizzontale o obliquo?
3)Perché la luce laser è polarizzata e non normale come ad es. una luce di fluorescenza? Il fatto che sia stimolata dà un piano di vibrazione obbligato?
Grazie. Francesco


1) Un'onda elettromagnetica piana, che è costituita da un'onda piana elettrica e da un'onda piana magnetica i cui campi oscillano in piani (di oscillazione o vibrazione) perpendicolari tra loro e passanti per la direzione di propagazione dell'energia elettromagnetica, si dice polarizzata linearmente se il piano di oscillazione del campo elettrico mantiene una giacitura indipendente dal tempo. In tal caso , con riferimento alle convenzioni in uso nell'ottica, si definisce piano di polarizzazione il piano di oscillazione del campo magnetico.
Se invece si sovrappongono due onde elettromagnetiche con piani di polarizzazione perpendicolari , aventi la stessa direzione di propagazione ed una differenza di fase (corrispondente ad un ritardo) tra i due campi elettrici (o i due campi magnetici) diversa da 0° e da 180°, si ottiene, in generale, un'onda elettromagnetica polarizzata ellitticamente, che è determinata dal fatto che, come insegnano le leggi fisiche di composizione dei vettori con ampiezza oscillante, la somma vettoriale dei due campi elettrici (quindi anche quella dei due campi magnetici), è un vettore che ruota in un piano perpendicolare alla comune direzione di propagazione delle due onde, descrivendo con la sua punta un'ellisse.
Casi particolari: a) se la differenza di fase tra i due vettori elettrici (o tra quelli magnetici) è 90° o 270° e le due onde elettriche (quindi anche quelle magnetiche) hanno la stessa ampiezza),l'ellisse degenera in una circonferenza (onda polarizzata circolarmente, destrorsa o sinistrorsa a seconda che un osservatore, rivolto verso l'onda che avanza, veda il campo elettrico ruotare rispettivamente in senso orario o in senso antiorario); b) se la differenza di fase è invece nulla o pari a multipli di 180°, l'ellisse degenera in una retta la cui pendenza dipende dal rapporto tra le ampiezze dei due campi elettrici (o magnetici).
In quest'ultimo caso si ottiene di nuovo un'onda elettromagnetica piana polarizzata linearmente in un piano la cui inclinazione rispetto ai piani di polarizzazione delle onde componenti,è costante e dipende dal rapporto tra le ampiezze dei due campi elettrici (o magnetici).
2) La luce polarizzata linearmente si può ottenere in due modi:
a) facendo riflettere un fascio di luce naturale (non polarizzata) da un mezzo ottico (vetro, plexiglass, quarzo), con un angolo d'incidenza particolare (angolo i di Brewster,la cui tangente trigonometrica sia pari all'indice di rifrazione n tra aria e mezzo riflettente/rifrangente), tale che l'angolo formato dal raggio riflesso e da quello rifratto (in corrispondenza dell'interfaccia aria-mezzo), sia pari a 90°. Se è soddisfatta la condizione di Brewster
tang i = n, il raggio riflesso risulta polarizzato nel piano d'incidenza (determinato dal raggio incidente e dalla retta perpendicolare al mezzo ottico nel punto d'incidenza). Pertanto, mentre il campo elettrico del raggio riflesso oscilla nel piano perpendicolare a quello d'incidenza, quello del raggio rifratto oscilla nel piano d'incidenza (il raggio rifratto è polarizzato nel piano perpendicolare al piano d'incidenza).
b) Mediante cristalli polarizzatori naturali (tormalina, calcite) o artificiali (polaroid), che, essendo birifrangenti, cioè presentando due indici di rifrazione diversi per uno stesso raggio che li attraversi, scindono il raggio incidente in un due raggi rifratti (ordinario e straordinario) polarizzati in piani perpendicolari tra loro. Eliminando uno dei due raggi, si ottiene luce polarizzata linearmente.
Il piano di polarizzazione viene quindi imposto dalle proprietà del cristallo birifrangente, che è un mezzo anisotropo, cioè caratterizzato da proprietà ottiche diverse a seconda della direzione di propagazione.
Orientando opportunamente il cristallo si può fare in modo che il piano di polarizzazione sia orizzontale, verticale o obliquo.
3) L'emissione stimolata che sta alla base del funzionamento del laser implica che oltre all'identità di fase con cui vengono emessi i singoli fotoni che costituiscono il fascio coerente spazialmente e temporalmente,si ottenga anche l'identità dello stato di polarizzazione. In altri termini la cascata di fotoni che viene determinata dal primo fotone emesso spontaneamente implica che lo stato di polarizzazione del primo fotone venga assunto da tutti i successivi fotoni prodotti dall'emissione stimolata. Tuttavia il piano di polarizzazione della radiazione laser, anche se coincide con quello dei singoli fotoni, non è selezionabile a priori nel range da 0° a 360° e può ruotare per deriva termica durante la fase iniziale di funzionamento del dispositivo.
Il piano di polarizzazione del fascio laser può essere imposto soltanto sagomando opportunamente gli specchi e la forma delle parti terminali della cavità ottica risonante (in base alla legge di Brewster) per ottenere lo stato di polarizzazione desiderato.

DOMANDE :Ill.mo Prof. Antonino Cucinotta,
RingraziandoLa per avermi già in passato risposto ad un mio quesito, ne approfitto per porgliene un altro.
Due corpi di massa m1=3,00  Kg ed m2=1,00 Kg interagiscono lungo una linea retta ("urto" centrale).Il grafico rappresenta l'evoluzione nel tempo dello spazio percorso da ciascun corpo nel caso di attrito trascurabile.
a) Inizialmente i due corpi si avvicinano o si allontanano? Quanto dura l'interazione?
b)Prima dell'inizio dell'interazione sono entrambe in moto oppure no? Cessata l'interazione, si muovono con la stessa velocità? L'interazione è attrattiva o repulsiva?
c)Quali sono le pendenze dei due grafici (s,t) all'istante t0= 0sec. (ricordiamo che la pendenza di una retta è m=deltaY/deltaX)?
Qual è il suo significato fisico in un grafico (s,t)? Quanto valgono V1 e V2 all'istante t0= 0 sec?
d) Quanto valgono le energie cinetiche Ec1 e Ec2 all'istante t0= 0 sec? E l'energia cinetica totale del sistema dei due corpi? Quanto vale l'energia meccanica totale iniziale del sistema?
e) Dopo l'interazione quanto vale la forza che agisce su ciascuna delle due masse? Con che moto si muovono? E' più veloce m1 o m2?
f) Quanto valgono l'energie cinetiche totali e l'energia meccanica totale dopo l'interazione? La forza d'interazione è conservativa o no?
g) Dopo l'interazione m1 e m2 in quale direzione e verso si muovono?
 h)All'istante t = 0,09 sec m1 ed m2 sono alla distanza minima , la loro velocità relativa è = 0 , mentre ciascuno ha una velocità di 0,75 m/sec : quanto vale a quell'istante l'Ec di ciascuna a  l'Ec totale del sistema ?
i)Quanto valgono l'Ec totale minima e l'energia potenziale massima U(d) del sistema e a quale istante ?
l)Quanto vale la quantità di moto totale del sistema prima e dopo l'interazione ? Si conserva o no? Quanto vale l'impulso 1-2 impresso da m1 a m2? E quello I 2-1 impresso da m2 a m1 ? Calcolare le forze impulsive medie F 1-2 ed F 2-1
m)Dopo 0,167 sec la distanza fra m1 e m2 è = 0,10 m e dopo 0,247 sec quanto vale ?
Qui sotto è presente l'immagine del grafico: http://img499.imageshack.us/img499/6020/grafico6ce.jpg

a) Inizialmente m1 si avvicina a m2, che è ferma per t = 0. La durata dell'interazione tint = 0,167 s si rileva dal grafico determinando l'intervallo di tempo compreso tra gli istanti t0 = 0 s e t10,167 s , corrispondenti rispettivamente alla condizione iniziale ed a quella finale,nelle quali l'energia totale è interamente cinetica. Infatti, poiché si nota da entrambe le curve che il moto è uniforme per t0 = 0 s e t10,167 s, si deduce l'assenza di forze d'interazione (forze mutue tra le due masse) quando la distanza tra le masse supera il raggio d'azione d della forza.
b) Prima che avvenga l'interazione (repulsiva dovuta alle forze interne derivanti dall'energia potenziale U(d) ), soltanto m1 si muove.
Cessata l'interazione, m2 si muove con velocità maggiore di quella di m1. L'interazione tra i due corpi è repulsiva.
c) Calcolo delle velocità istantanee attraverso le pendenze dei grafici.
Per t = 0 la pendenza della curva oraria di m2 è nulla. Pertanto si ha: v2in= 0 ; v1in = 0,20/0,20 = 1 m/s.
d) Ecin1 (energia cinetica iniziale di m1 ) = (½) m1v1in2 = 0,5 x 3 x 1 = 1,5 J.
Ecin2 (energia cinetica iniziale di m2 ) = (½) m2v1in2= 0,5 x 1 x 0 = 0 J.
Ectin (energia cinetica totale iniziale) = Ecin1 + Ecin2 = 1,5 + 0 = 1,5 J.
Quando la distanza x tra i centri di massa dei due corpi supera il range d della forza d'interazione, l'energia meccanica totale è interamente cinetica. Pertanto, per t = 0 si ha:
Emtin (energia meccanica totale iniziale) = Ectin + U(x > d) = Ectin + 0 = Ectin = 1,5 J, avendo considerato nulla l'energia potenziale U(x>d) del sistema in assenza d'interazione (l' energia potenziale è definita a meno di una costante arbitraria, essendo Fint = - dU/dx).
e) Poiché, come si evince dalla curva oraria, entrambi i corpi dopo l'interazione si muovono di moto rettilineo uniforme, per la seconda legge della dinamica su ciascun corpo non agiscono forze; pertanto, per t > 0,167 s vale la prima legge della dinamica (principio d'inerzia).
Essendo maggiore la pendenza della curva oraria di m2 , per t >= 0,167 s è maggiore la velocità di m2. Le pendenze delle curve orarie per t >= 0,167 s forniscono i valori :
v1fin = (0,15 – 0,048)/0,24 = 0,102/0,24 = 0,425 m/s; v2fin = 0,28/0,20 = 1,4 m/s.
f) Ecfin1 (energia cinetica finale di m1) = (½) m1 v1fin2 = 0,5 x 3 x 0,180625 = 0,2709 J;
Ecfin2 (energia cinetica finale di m2 ) = (½) m2 v2fin2 = 0,5 x 1 x 1,96 = 0,98 J.
Avendo assunto nulla l'energia potenziale del sistema U (x >d) in assenza d'interazione, per t > 0,16 s l'energia meccanica totale finale Emtfin è interamente cinetica: Emtfin = Ecfin1 + Ecfin2 = 0,2709 + 0,98 = 1,2509 J.
Poiché l'energia meccanica totale finale Emtfin = 1,2509 J è minore dell'energia meccanica totale iniziale Emtin = 1,5 J, si deduce che la forza d'interazione non è conservativa.
g)Dopo l'interazione sia m1 che m2 si muovono di moto rettilineo uniforme nel verso positivo dell'asse x .
h) Poiché per t = 0,09 s v1(dmin) = v2(dmin) = 0,75 m/s,
Ec1(dmin) = (½)m1v12(dmin) = 0,5 x 3 x 0,5625 = 0,84375 J ;
Ec2(dmin) = (½)m2v22(dmin) = 0,5 x 1 x 0,5625 = 0,28125 J ;
L'energia cinetica totale del sistema è Ectot (dmin) = Ec1(dmin) + Ec2(dmin) = 0,84375 + 0,28125 = 1,125 J.
i) L'energia cinetica totale minima Ectmin coincide con Ectot(dmin) = 1,125 J.
L'energia potenziale del sistema è massima per t = 0,09 s, quando è minima la distanza, e vale:
U(dmin) = Emtin (energia meccanica totale iniziale) - Ectmin = 1,5 – 1,125 = 0,375 J.
Infatti, alla minima distanza tra i due corpi, mentre è minima l'energia cinetica , essendo massima la decelerazione causata dalla forza repulsiva, l'energia potenziale assume il massimo valore.
l) Calcolo delle singole quantità di moto, iniziali e finali:
Q1in = m1v1in = 3 kg x 1 m/s = 3 kg m/s;
Q2in = m2v2in= 1 kg x 0 m/s = 0 .
Q1fin = m1v1fin = 3 kg x 0,425 m/s = 1,3125 kg m/s;
Q2fin = m2v2fin = 1 kg x 1,4 = 1,4 kg m/s.
La quantità di moto totale iniziale è Qtin = Q1in + Q2in = 3 kg m/s;
La quantità di moto totale finale è Qtfin = Q1fin + Q2fin = 1,3125 + 1,4 = 2,7125 kg m/s.
Essendo Qtfin minore di Qtin, la quantità di moto totale non si conserva. Da questo si deduce che i due corpi sono soggetti sia alle mutue forze d'interazione (di azione e reazione) sia ad una forza esterna non conservativa che ne altera la quantità di moto totale.
L'impulso 1-2 impresso da m1 a m2 è I1-2 = F1-2 x tint è pari alla variazione della quantità di moto di m2:
I1-2 = Q2fin - Q2in = 1,4 – 0 = 1,4 N x s (newton x sec).
L'impulso 2-1 impresso da m2 a m1 è I2-1 = F2-1 x tint è pari alla variazione della quantità di moto di m1:
I2-1 = Q1fin - Q1in = 1,3125 – 3 = - 1,6875 N x s (newton x sec).
Pertanto, essendo la durata dell'interazione tint = 0,167 s, la forza impulsiva media F2-1 è pari -1,6875/0,167 = -10,104 N, mentre la forza impulsiva media F1-2 è pari a 1,4/0,167 = 8,383 N. Come si può notare, le due forze non sono uguali e contrarie per la presenza di una forza esterna Fext di - 10,104 + 8,383 N = - 1,721 N , pari al rapporto tra la variazione della quantità di moto totale e la durata dell'interazione: Fext = (Qtfin – Qtin)/tint = (2,7125 – 3)/ 0,167 = - 1,721 N.
Considerando le due equazioni orarie per t maggiore di 0,167 s, si ha:
S1(t) = S1(0,167) + v1fin (t – 0,167) ; S2(t) = S2(0,167) + v2fin(t – 0,167) .
Pertanto, essendo S2(0,167) – S1(0,167) = 0,1 m, si ha:
S2(0,247) – S1(0,247) = S2(0,167) – S1(0,167) + (v2fin - v1fin) (0,247 – 0,167) = 0,1 + (1,4 – 0,425)(0,247 – 0,167) = = 0,1 + 0,975 x 0,08 = 0,1 + 0,078 = 0,178 m.

DOMANDE (da Messina):Gentile professore,volevo farle due domande.1)Perchè con la catena di uguaglianze 1=sqrt(1)=sqrt((-1)(-1))=sqrt(-1)sqrt(-1)=i*i=i^2=-1 arrivo all'assurdo 1=-1? Dove commetto l'errore? 2)Il limite è un'operazione lineare? Anticipatamente la ringrazio e le faccio i dovuti complimenti per questo encomiabile sito.
Gentile prof,volevo ringraziarla per la risposta che mi ha dato circa la linearità.Dalla definizione che mi ha dato deduco quindi che l'operatore limite è un operatore lineare.Ho fatto questa domanda perchè nella dimostrazione del principio di indeterminazione sui segnali tempocontinui (Beff*Deff>cost) mi trovo dinnanzi all'esigenza di scambiare di posto un'operazione di derivazione con l'operazione di limite.Approfitto dell'occasione per farle questa domanda.E' lecito fare questa operazione (scambio dell'operatore derivata con l'operazione di passaggio al limite)?La ringrazio nuovamente e rinnovo i miei complimenti per il suo splendido lavoro.

1) L'errore consiste nell'avere uguagliato 1 a sqrt(1) invece di considerare il quadrato di + sqrt(1) e di – sqrt(1). Un numero non può essere uguale alla sua radice quadrata, ma soltanto al quadrato di questa ed al quadrato della radice opposta. Si ha infatti:
1 = [sqrt(1)]^2 = sqrt(1) x sqrt(1) = 1 x 1 = 1;
1 = [- sqrt(1)]^2 = [-sqrt(1)] x [- sqrt(1)] = (-1)(-1) = 1.
2) Un operatore L è lineare se, considerati gli operandi X1,X2,X3, ecc..., e le costanti c1, c2,c3, ecc..., si ha: L(c1 X1 + c2 X2 + c3 X3) = c1 L(X1) + c2 L(X2) + c3 L(X3), cioè se il risultato dell'azione di L su una combinazione lineare degli operandi X1,X2,X3 è uguale alla combinazione lineare, con gli stessi coefficienti, dei risultati delle azioni di L sugli operandi X1,X2,X3.
L' operazione di passaggio al limite è lineare. Infatti il limite della somma algebrica di due o più funzioni è uguale alla somma algebrica dei limiti delle singole funzioni.
Per quanto concerne lo scambio degli operatori di derivazione e di passaggio al limite, si può dimostrare con un semplice esempio che esso è possibile soltanto se la derivata agisce su una variabile ed il limite su un'altra variabile, altrimenti i risultati sono diversi.
Esempio 1: lim (x-->a) Dx (x3) = lim (x-->a) 3x2 = 3a2 , risultato diverso da Dx [lim (x-->a) x3]= Dx a3 = 0.
Esempio 2: Invece, se la derivata agisce su y ed il limite agisce su x, si ha:
lim (x-->a) Dy[x3y4] = lim (x-->a) 4 x3y3 = 4a3y3 =
= Dy [lim (x-->a) (x3y4)] = Dy [a3y4] = 4a3y3.

DOMANDE (da Frattamaggiore): Gentile professore,
prima della domanda intanto Le faccio i migliori auguri di buon Natale e felice anno 2006 e La ringrazio delle veloci risposte alle mie innumerevoli domande.
Vorrei fare questa volta una domanda un pò "futuristica" : mi par di capire che una massa accelerata, come la Terra ad es., perde energia emettendo onde gravitazionali.
Succederà prima che il pianeta finirà  nel Sole perché rallenterà sempre di più, o bruciato quando questo diventerà una stella rossa?
Grazie. Francesco.


Ringrazio anzitutto il gentilissimo ed assiduo visitatore di questo sito ricambiando i migliori auguri di buon Natale e felice Anno Nuovo.
Per quanto concerne la risposta alla domanda “futuristica”, faccio presente che, dato il piccolissimo valore della costante newtoniana di gravitazione universale G, che è presente anche nelle equazioni della relatività generale di Einstein, la potenza irradiata dalla Terra mediante onde gravitazionali è infinitesima rispetto a quella che dovrebbe essere irradiata per dissipare la maggior parte della sua energia cinetica orbitale e far sì che il nostro pianeta precipiti sul Sole. Il fenomeno di emissione di onde gravitazionali potrebbe essere energeticamente significativo soltanto se la Terra avesse una massa almeno mille volte maggiore di quella solare. Si tenga presente che l'emissione di onde gravitazionali è un fenomeno tuttora poco studiato sperimentalmente, data l'esiguità dell'energia irradiata, che implica dispositivi di rivelazione sensibilissimi e molto sofisticati, che siano in grado di registrare le infinitesime deformazioni periodiche dello spazio-tempo prodotte, per es., da un collasso stellare o dalla cattura di ingenti quantità di materia da parte di un buco nero. Si consideri infatti che, essendo la forza gravitazionale la più debole rispetto alle altre 3 forze universali (forte,elettromagnetica e debole), occorrono masse accelerate enormi per irradiare una potenza di entità significativa attraverso onde gravitazionali. Alla luce di queste considerazioni, farà senz'altro prima il Sole, tra 5 miliardi di anni, a consumare tutto l'idrogeno che ne alimenta le reazioni di fusione termonucleare ed a diventare una stella gigante rossa che catturerà tutti i pianeti prima di collassare definitivamente in una stella nana.

Gent.mo Professore. Mi chiamo Roberta. Lei non mi conosce (Le ho solo inviato due quesiti) ma, leggendo le sue risposte, io ho imparato a conoscerLa. Lei deve avere un animo molto gentile e generoso, è una persona formidabile ed è per questo che mi sento di farLe i miei più sentiti auguri di Buon Natale e di buone feste. In questi giorni mi sto riordinando su file pdf tutte le sue risposte per poterle leggere con più calma la sera (ho un bimbo di un anno che non mi da molto spazio per studiare) e soprattutto perchè ho da farle alcune domande ma voglio essere sicura che qualcuno non glieLe abbia già poste. Con il suo aiuto, mi sto appassionando sempre di più a questa bellissima, ma per me sempre un po ostica, materia. Sto suggerendo il suo sito a tutti i ragazzi che vengono a ripetizione da me (sono laureata in matematica).
Ancora tanti auguri,
Roberta.


Gent.ma Dott.ssa Roberta,
RingraziandoLa di cuore per le Sue gentilissime espressioni ed i Suoi sentitissimi auguri di Buon Natale e buone feste, ricambio cordialissimi auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo per Lei e per la Sua Famiglia.
E' per me motivo di grande soddisfazione constatare che molte persone sensibili e profonde come Lei, sono colpite dal fascino irresistibile di questa scienza universale che, spesso assieme alla matematica, viene a torto giudicata arida. Per me la fisica, oltrechè rappresentare un ponte infinito tra la realtà sensibile e l'Assoluto,tra l'immanente ed il trascendente, esprime in formule eterne la Poesia dell'universo. E Lei questa Poesia ha dimostrato di averla percepita fino in fondo, nella sua quintessenza. Complimenti ed ancora tanti tanti cordiali auguri.

DOMANDE (da Frattamaggiore): Egregio professore,
1) vorrei sapere perché la corrente elettrica che vedo strofinando con la mano un indumento di lana, o in qualche presa o altrove,è di colore, appunto, "blu elettrico".
Perché proprio quel colore,sempre lo stesso poi,qualunque sia il voltaggio o il modo in cui essa è prodotta?
Continuando sulla domanda precedente, quindi nello spazio, dove non c'è atmosfera , non si osserverebbe il colore blu elettrico?
2)Solo l'azoto viene ionizzato ? Gli altri gas, no?
3)In presenza di forti voltaggi, come nei fulmini ad es., vengono emesse anche radiazioni di frequenza superiore a quelle del visibile?
Grazie. Francesco


1)Il colore blu di tutte le scariche elettriche, di qualsiasi tipo (fulmini, scariche di elettricità statica, scintille che si osservano in coincidenza con l'inserimento ed il disinserimento della spina di un elettrodomestico) , è dovuto alle righe spettrali di emissione delle molecole dell'azoto atmosferico ionizzate per urto da ioni ed elettroni accelerati dal campo elettrico. L' indipendenza del colore della luce emessa dal voltaggio si spiega con la modesta energia necessaria (qualche elettronvolt), che è già ampiamente disponibile anche nei circuiti elettrici alimentati con batterie (9 o 12 V).
2) In una scarica elettrica nell'aria a pressione atmosferica (composizione in peso: 75,31 % di azoto + 22,95 % di ossigeno + 0,04 % di anidride carbonica + 0,27 % di vapore acqueo + 1,43 % digas nobili ) la ionizzazione, pur interessando in diversa misura tutti i gas, è prevalente nell'azoto, grazie alla sua elevata concentrazione. Se si tiene presente che la scarica elettrica nei gas presenta modalità diverse al variare della pressione (la conducibilità elettrica del gas dipende dal rapporto tra il campo elettrico e la pressione e raggiunge il massimo valore intorno a qualche decimo di mm di mercurio), si può affermare che nello spazio, al di fuori dell'atmosfera terreste, a causa dell'elevatissima rarefazione dei gas (la pressione assume valori compatibili con quelli del vuoto spinto, cioè inferiori ad un centesimo di mm di mercurio), la luminosità della scarica tende ad attenuarsi rapidamente ed occorrono notevoli differenze di potenziale (parecchie decine di migliaia di volt) per ottenere una scarica oscura a bassa intensità di corrente, a meno che gli elettrodi tra i quali si innesca la scarica non siano così vicini da determinare un'emissione elettronica da parte degli elettrodi, per effetto dell'intenso campo elettrico, sufficiente a causare una scarica ad arco, cioè un intenso passaggio di corrente come quello che si ottiene dall'arco voltaico che si innesca tra gli elettrodi di una saldatrice , che funziona a bassa tensione (40 .. 60 V). L'arco elettrico produce una luminosità intensissima come quella di un filamento incandescente, ricca altresì di lunghezze d'onda molto corte (nella banda dell'ultravioletto) , grazie all'elevata temperatura degli elettrodi (3000 ° C).
3) Nel caso dei fulmini, essendo le tensioni in gioco molto elevate, da parecchie centinaia di KV fino a parecchi milioni di volt, oltre agli effetti luminosi e termici, si produce un'intensa emissione di raggi ultravioletti e di raggi X di vario potere penetrante,per effetto delle violentissime accelerazioni subite dagli ioni gassosi e dagli elettroni sottoposti alle elevatissime differenze di potenziale , e delle conseguenti decelerazioni per urto contro i corpi colpiti dalla scarica tra le nubi e la Terra.

DOMANDE:Gentile Prof., Innanzitutto voglio complimentarmi per il fantastico sito che Lei ha allestito.
E' veramente una manna per i "vecchietti" come me che riscoprono il fantastico mondo delle leggi della fisica.
I ricordi del Liceo sono talmente sbiaditi che non ricordo piu' le leggi fondamentali (e si' che portai fisica all'esame di stato).
Sono un appassionato di nautica e mi piace giocare con i calcoli matematici ad essa inerenti. Questo e' il mio quesito: quale e' la forza di spinta sviluppata da un'elica di un motore della potenza di 223 kW che si muove all'interno di un fluido avente densita' 1,027 t/mc e fa muovere il mezzo,pesante 3500 kg,alla velocita' di 16 m/s?
E quale sara' il momento di questa forza dato un braccio di applicazione della stessa di 0,554 m ?
La risposta al primo quesito sara' data in N e la seconda in Nm o sbaglio?
Grazie per la Sua attenzione e rimango in attesa.


Se un natante si muove con velocità costante, significa che la spinta fornita dal motore (forza motrice) è esattamente equilibrata dalla forza resistente dovuta alla resistenza idrodinamica dello scafo, che è direttamente proporzionale, in modo analogo a quanto si verifica per la resistenza aerodinamica di un veicolo terrestre, al quadrato della velocità ed alla sezione della carena, in base ad un coefficiente di resistenza idrodinamica analogo al Cx per le auto.
Nel caso considerato, dalla formula P = Fv, dove P = 223 kW = 223000 W è la potenza del motore e v = 16 m/s è la velocità, si ricava la forza di spinta:
F = P/v = 223000/16 = 13937,5 N (newton).
Se di una forza applicata ad un punto di un corpo si conosce la distanza (b, braccio) della sua retta d'azione dall'asse di rotazione del corpo, il momento della forza si calcola moltiplicando la forza per il braccio. Se F = 13937,5 N e b = 0,554 m, il momento M = Fb è pari a 13397,5 N x 0,554 m = 7422,21 Nm (Nm = newton x metro).

DOMANDE (da Messina):Gentile professore, sono una studentessa di Fisica con dei dubbi su due esercizi:
1) Una palla di massa 325 g e velocità 6,22 m/s colpisce un muro con un angolo t di 33° e rimbalza con lo stesso modulo della velocità e lo stesso angolo.Il contatto tra palla e muro dura 10,4 ms.a) Quale impulso ha subito la palla? b)Qual è la forza media esercitata dalla palla sulla parete?
2) Una sonda spaziale di 2500 Kg senza equipaggio procede in linea retta alla velocità costante di 300 m/s.Il motore della sonda provoca una spinta di 3000 N per 65,0 s. a)Qual è la variazione della quantità di moto (in modulo) della sonda se la spinta è all'indietro, in avanti o trasversale? b) Qual è la variazione di energia cinetica negli stessi tre casi? Si supponga che la massa del combustibile espulso sia trascurabile rispetto alla massa della sonda. In attesa di una sua risposta le invio cordiali saluti.


1a) Poiché l'impulso J di una forza F agente su un corpo di massa m uguaglia la variazione della quantità di moto dello stesso, si ha (t = 33° è l'angolo formato dalla direzione del vettore velocità (sia Vin che Vfin ) con l'asse x, orizzontale):
J = Pfin - Pin = m (Vxfin - Vxin) = m( - V cos 33° - V cos 33°) = - 2mVcos 33° = -2x0,325x6,22x0,83867 = - 3,39 kg m/s = N s (newton x secondo) .
1b) La forza media Fmed esercitata dalla palla sulla parete durante l'urto è pari a J/Dt = 3,39/10,4 x 10 -3 = 325,96 N .
2a,2b) I caso: spinta all'indietro (decelerazione). Pfin - Pin = - F Dt = - 3000 x 65 = - 195000 kg m/s.
Kin = (½) m Vin2 = 0,5 x 2500 x 3002 = 1,125 x 108 J.
Pfin = Pin - 195000 = mVin - 195000 = 2500 x 300 – 195000 = 750000 – 195000 = 555000 kg m/s.
Kfin = Pfin2/(2m) = 5550002/(2 x 2500) = 6,616 x 107J
Kfin - Kin = 6,616 x 107 - 1,125 x 108 = - 4,634 x 10 7 J.
II caso: spinta in avanti (accelerazione). Pfin - Pin = F Dt = 3000 x 65 = 195000 kg m/s.
Pfin = Pin + 195000 = mVin + 195000 = 2500 x 300 + 195000 = 750000 + 195000 = 945000 kg m/s.
Kfin = Pfin2/(2m) = 9450002/(2 x 2500) = 1,786 x 108J
Kfin - Kin = 1,786 x 108 - 1,125 x 108 = 6,61 x 10 7 J.
III caso: spinta trasversale (accelerazione centripeta). Ptrasv = Ftrasv Dt = 3000 x 65 = 195000 kgm/s.
La quantità di moto finale si ottiene sommando in quadratura (a 90°) Pin e Ptrasv: Pfin = SQROOT (Pin2 + Ptrasv2) = SQROOT (7500002 + 1950002) = 774900 kgm/s.
La direzione è data da arctang (195000/750000) = arctang 0.26 = 14,57 ° (inclinazione di Vfin rispetto a Vin).
Kfin = Pfin2/(2m) = 7749002/(2 x 2500) = 1,2 x 108 J.
Kfin - Kin = 1,2 x 108 - 1,125 x 108 = 7,5 x 10 6J.

RIPRISTINO LA RUBRICA "LE RISPOSTE ALLE VOSTRE DOMANDE" SCUSANDOMI CON I GENTILI VISITATORI PER LA TEMPORANEA SOSPENSIONE DEL SERVIZIO PER PROBLEMI TECNICI

DOMANDE (da Frattamaggiore): Egregio professore,
vorrei sapere qualcosa in più su quei componenti elettronici che sono i condensatori.
1) Che cosa fa scaricarli, visto che negli apparecchi dove si trovano, c'è un' alimentazione che non subisce variazione ? Cioè “chi" decide che devono caricare e "chi" decide il momento che devono scaricare?
2)Vorrei sapere che utilità pratica hanno, cioè se non ci fossero in una radio o altro apparecchio elettrico/elettronico, che succederebbe?
3)Fino a che punto è possibile un paragone tra un condensatore e una batteria?
Grazie. Francesco


Il condensatore, realizzato per la prima volta a Leida sotto forma di bottiglia di vetro (bottiglia di Leida) rivestita esternamente ed internamente di una sottile lamina metallica (stagnola) e dotata di un'asta metallica passante attraverso il tappo,è un componente elettrico ed elettronico fondamentale, la cui caratteristica essenziale è quella di immagazzinare sui suoi elettrodi (armature) cariche elettriche di segno opposto, ciascuna di valore Q = C V direttamente proporzionale alla differenza di potenziale (tensione) V applicata da un generatore elettrico qualsiasi (pila, accumulatore, dinamo, alternatore). La costante di proporzionalità C prende il nome di capacità ed è direttamente proporzionale alla costante dielettrica dell'isolante ed all'area delle armature, mentre è inversamente proporzionale alla distanza tra di esse. La costante dielettrica dell'isolante è un parametro che indica l'attitudine di un isolante (dielettrico o coibente) a polarizzarsi elettricamente per effetto del campo elettrico tra le armature, cioè a deformarsi a livello molecolare in modo tale che ogni molecola si comporti in modo analogo ad un ago magnetico microscopico: la differenza consiste nel fatto che al posto dei poli magnetici Nord e Sud si manifestano cariche elettriche di segno opposto, che a loro volta inducono sulle armature ulteriori cariche elettriche di segno opposto che si aggiungono a quelle iniziali intensificando l'accumulo di cariche e di energia elettrostatica nel condensatore.
L'utilità del condensatore nei circuiti elettrici ed elettronici è legata al fatto che esso si comporta come un serbatoio di carica elettrica e di energia elettrostatica, che , accumulandosi durante la fase di carica , rispettivamente in misura direttamente proporzionale alla tensione V ed al suo quadrato, vengono restituite durante la fase di scarica. A differenza di una pila o di un accumulatore, che forniscono per tempi lunghi correnti elettriche continue di intensità I inversamente proporzionale alla resistenza R del conduttore collegato tra i poli (legge di Ohm: I = V/R), la corrente di scarica di un condensatore di capacità C (espressa in farad ) attraverso un conduttore di resistenza R (espressa in ohm) collegato alle armature, ha una durata molto breve, pari a circa 5 volte il prodotto RC (costante di tempo), che coincide altresì con la durata della corrente di carica attraverso un resistore R collegato in serie con il generatore elettrico. Si dimostra matematicamente, attraverso le equazioni differenziali dei circuiti di carica e scarica, che l'andamento delle correnti di carica e scarica è sempre decrescente con legge esponenziale [I (t) = Io e-t/(RC)] a partire dal valore iniziale Io = E/R, dove E è la forza elettromotrice (tensione a circuito aperto o a vuoto) del generatore. E' proprio questa caratteristica del condensatore di caricarsi e scaricarsi attraverso un resistore in un tempo dipendente dal prodotto RC, che rende questo componente utilissimo nelle più svariate apparecchiature elettriche ed elettroniche. Infatti, la caratteristica di caricarsi e scaricarsi in un tempo esattamente determinabile in fase di progetto, in funzione delle esigenze applicative, consente di impiegare il condensatore come:
1) Come condensatore di filtro (o di livellamento) nei circuiti raddrizzatori che convertono la corrente alternata in corrente quasi-continua, la cui intensità è tanto più esente da fluttuazioni quanto maggiore sia la capacità dei condensatori impiegati, che tendono ad opporsi alle variazioni di tensione, rendendole in ogni caso molto lente rispetto al periodo di variazione della corrente alternata;
2) Nei filtri passa alto, passa basso, passa banda ed elimina banda, che si impiegano nelle apparecchiature audio, radiotelevisive e di telecomunicazioni di qualsiasi tipo per filtrare i segnali elettrici in funzione delle bande di frequenza che si desidera selezionare in funzione delle esigenze applicative;
3) Come componente fondamentale per la diminuzione delle perdite di trasporto dell'energia elettrica nei grandi impianti che assorbono corrente alternata fortemente sfasata in ritardo rispetto alla tensione applicata (condensatori di rifasamento per motori e lampade fluorescenti);
4) Come dispositivi di avviamento dei motori monofasi impiegati nei piccoli elettrodomestici (pompe di lavatrici, ventilatori , ecc.. );
5) Come componenti fondamentali dei filtri cross-over induttivo-capacitivi impiegati nelle casse acustiche a 2 o più canali per alimentare i woofer, i tweeter ed i midrange;
6) Come componente di accordo dei circuiti di sintonia (tuning) a comando manuale delle radioline a transistor, nelle quali, agendo sulla manopola di sintonia si varia la frequenza di risonanza del circuito d'antenna e del circuito di sintonia (oscillatore locale) fino a renderla uguale (o quasi) a quella della stazione trasmittente prescelta;
7) Come componente antidisturbo in tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche,per attenuare l'inquinamento elettromagnetico a radiofrequenza;
8) Come elemento di ritardo nei timer di tipo analogico (non digitale).
9) Come condensatore serbatoio nei circuiti dei flash delle fotocamere.

DOMANDE (da Potenza): Salve! Il mio professore di geografia astronomica mi ha assegnato la tesina: " le principali unità di misura delle distanze astronomiche, dimostrazioni matematiche delle medesime e relative applicazioni". Ho provato a ricercare materiale su internet, enciclopedie e su vari libri ma le informazioni che riesco a reperire sono poche. VORREI FOCALIZZARE L'ATTENZIONE SULL' ANNO LUCE E SULL' U.A. . LE CHIEDO CORTESEMENTE  DI ILLUSTRARMI  , SE LE E' POSSIBILE ANCHE CON IMMAGINI, LE DIMOSTRAZIONI MATEMATICHE DELLE SUDDETTE UNITA' DI MISURA. LA RINGRAZIO.


L'anno luce (a.l.) è un'unità di misura pari alla distanza che la luce percorre in un anno:
(365d 5h 48 m 46 s, cioè 365 giorni, 5 ore , 48 minuti e 46 secondi ) =
= (365 x 24 x 60 x 60 + 5 x 60 x 60 + 48 x 60 + 46) s = 31556926 s.
1 a.l. = 299793 km/s x 31556926 s = 9.460.545.500.000 km = 9460,545 miliardi di km.
L'unità astronomica (U.A.) è un'unità di misura pari alla distanza media (149.600.000 km) tra la Terra ed il Sole.
Su internet sono disponibili parecchi materiali didattici. Riferimenti web:
http://scis.uai.it/cosmologia/astromisure.htm
http://www.scienzita.it/tabelle/misure/distanze_astronomiche.html
http://it.wikipedia.org/wiki/UA
http://www.astrofilitrentini.it/mat/dati/unita.html

PAGINA   PRECEDENTE


PREVIOUS   PAGE